Gruppo 7: differenze tra le versioni

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* {{citazione necessaria|"''Da noi esiste un tale substrato classico e lo spirito della tradizione (non le forme le quali sono ben diversa cosa) è così profondo in [[Italia]], che evidentemente e quasi meccanicamente la nuova architettura non potrà non conservare una tipica impronta nostra''"}}.
 
Il Gruppo 7, quindi, propendeva per una mediazione tra tradizione e "spirito nuovo", tra [[classicismo]] e [[Funzionalismo (filosofia)|funzionalismo]], riprendendo dal classico la struttura geometrica, il ritmo, la proporzione, la raffinatezza dei materiali e dei particolari architettonici. Con la sua iniziativa il Gruppo 7 aprì quello che poi lo stesso Terragni lo definì il periodo 'squadrista' dell'architettura italiana, che tra il 1926 e il 1931, sopratutto però durante gli anni 1931/32 vide lo scontro tra razionalisti e accademici con la suseguente polemica nazionale sulle ragioni della modernità.<ref>cfr. Pier Luigi Nervi. Architettura come sfida (a cura di [[Carlo Olmo]] e [[Cristiana Chiorino]]). Milano 2010, p. 5.</ref>
 
Un esempio di applicazione di questi principi è la [[Casa del Fascio (Como)|Casa del Fascio]] di [[Como]], di [[Giuseppe Terragni]], {{citazione necessaria|dove la [[facciata]] è disegnata sulla [[sezione aurea]] e dove le forme e le strutture moderne si fondono con un impianto volumetrico ed un equilibrio dello [[spazio architettonico]] classici. }}
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===Fine del movimento===
Vennero ancora realizzate alcune opere razionaliste (l'impianto di [[Sabaudia]], la cittadina di [[Portolago]] a [[Leros]], nel [[Dodecaneso]]), ma negli [[Anni 1930|anni trenta]] l'architettura razionalista cedette il posto all'architettura "neoclassica" di [[Marcello Piacentini]] ([[Europa (quartiere di Roma)|EUR]], [[via della Conciliazione]], centro storico di [[Brescia]]).
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci correlate==