Nicola Mancino: differenze tra le versioni

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== La polemica con Salvatore Borsellino ==
{{P|paragrafo privo di fonti su inchiesta in corso|politica|agosto 2009}}
Secondo testimonianze di alcuni [[pentitismo|collaboratori di giustizia]] dopo la [[strage di Capaci]] si è avviata una [[Trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra|trattativa tra pezzi dello Stato Italiano e Cosa Nostra]] di cui il giudice [[Paolo Borsellino]] sarebbe verosimilmente stato al corrente<ref>[http://www.reportonline.it/2009100936945/cronaca/borsellino-sapeva-della-trattativa-tra-stato-e-mafia-ruotolo-convocato-dai-magistrati-di-palermo.html Borsellino sapeva della trattativa tra stato e mafia. Ruotolo convocato dai magistrati di Palermo]</ref> poco prima di [[strage di via D'Amelio|venire ucciso il 19 luglio 1992]]. In quest'ottica diventa importante sapere se e quando Borsellino abbia appreso dell'esistenza della trattativa in quanto una sua mancata adesione avrebbe potuto essere un movente per l'omicidio. Secondo [[Massimo Ciancimino]] la trattativa era gestita dal padre [[Vito Ciancimino]] che avrebbe chiesto&nbsp;– sempre secondo la testimonianza del figlio&nbsp;– ed ottenuto di informare Mancino. Mancino dal canto suo nega di aver avuto questa informazione.
 
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Il [[9 giugno]] [[2012]] viene diffusa la notizia secondo la quale Mancino sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Palermo con l'ipotesi di falsa testimonianza nell'ambito delle indagini sulla [[Trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra|trattativa tra Stato e mafia]].
 
Il [[24 luglio]] seguente la Procura di Palermo, sotto [[Antonio Ingroia]] e in riferimento all'indagine sulla [[Trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra|Trattativa Stato-Mafia]], ha chiesto il rinvio a giudizio di Mancino, accusato appunto di ''"falsa testimonianza"'', e di altri 11 indagati con l'accusa di ''"concorso esterno in associazione mafiosa"'' e ''"violenza o minaccia a corpo politico dello Stato"'' (i politici [[Calogero Mannino]], [[Marcello Dell'Utri]], gli ufficiali [[Antonio Subranni]], [[Mario Mori]] e [[Giuseppe De Donno]], i boss [[Giovanni Brusca]], [[Totò Riina]], [[Leoluca Bagarella]], [[Antonino Cinà]], [[Bernardo Provenzano]], il collaboratore di giustizia [[Massimo Ciancimino]] (anche ''"calunnia"'').<ref>[http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/07/24/news/trattati_la_procura_chiede_il_rinvio_a_giudizio-39613634/?ref=HRER2-1 ''Trattativa, la Procura chiede il rinvio a giudizio: processo per Riina, Provenzano e Mancino'']. Repubblica. Cronaca. 24 luglio 2012.</ref>
 
== Caso Anemone ==