Enrico Dandolo (patriarca): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Tizio X (discussione | contributi)
Tizio X (discussione | contributi)
Riga 38:
Salpata dalle lagune nel [[1123]], la flotta, dopo aver investito la [[Impero Bizantino|bizantina]] [[Corfù]], con cui Venezia era allora in [[Guerra tra Venezia e Bisanzio (1122-1126)|guerra]], partecipò all'[[assedio di Tiro]] e alla conquista della città.
 
Enrico rientràrientrò a Venezia attorno all'[[ottobre]] [[1124]], dove intrapreserisulta aver intrapreso la carriera di [[avvocato]].
 
Venne eletto patriarca nel [[1130]], quasi contestualmente all'elezione a doge di [[Pietro Polani]], potente alleato della famiglia dei Dandoli, con i quali condivideva interessi e storia famigliare. L'elezione di Enrico Dandolo alla [[cattedra]] patriarcale doveva risolvere le conseguenze della deposizione del predecessore, [[Giovanni Gradenigo (patriarca)|Giovanni VII Gradenigo]] decretata nel [[1128]] da [[papa Onorio II]] per il sostegno dato all'incoronazione di [[Corrado III del Sacro Romano Impero|Corrado III d'Hohenstaufen]] a [[Re dei Romani]]. La nomina da parte del doge del nuovo patriarca avrebbe segnalato di conseguenza lo schieramento politico di Venezia, tra il nuovo [[papa Innocenzo II]] e l'[[antipapa Anacleto II]]: il Polani decise quindi di affidarsi ad un uomo che riteneva fidato. Il doge, poi, aveva provveduto a rinsaldare il legame tra le due famiglie nominando [[Domenico Dandolo (1120)|Domenico]], il padre del patriarca, [[giudice|giudice ducale]]