Prima guerra anglo-afghana: differenze tra le versioni

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Tuttavia, nell'autunno 1841, un po' per il protrarsi dell'occupazione britannica, un po' per la crisi economica afgana, e un po' anche per l'ira dei locali per le attenzioni eccessive che le truppe britanniche riservavano alle donne afgane<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', p. 275-276</ref>, la situazione precipitò con l'esplosione violentissima a Kabul di una rivolta sanguinosa che cominciò il 2 novembre con l'assalto alla casa dell'agente politico britannico [[Alexander Burnes]], accusato di avere relazioni sentimentali con donne afgane anche sposate e fatto a pezzi insieme al fratello Charles da una turba inferocita<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', pp. 276-280</ref>. Sia il capo missione Macnaghten sia il comandante militare Elphinstone sottovalutarono la gravità della situazione venutasi a creare nella capitale afgana, scegliendo di lasciare le truppe accampate in accantonamenti distanti dal più difendibile ''Bala Hisar'' ove resisteva Shujah Shah: così anche quest'ultimo fu ferito presso un avamposto degli accantonamenti ove era stato fatto rimanere<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', pp. 286</ref>. L'arrivo a Kabul del figlio di Dost Mohammed, Mohammed Akbar Khan, diede alla rivolta un capo che si segnalò per crudeltà e doppiezza, mancando ripetutamente alla parola data ai britannici e facendo massacrare a tradimento lo stesso Macnaghten nel corso della trattativa per la ritirata dall'Afganistan<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', p. 294-295</ref>. Il generale Elphinstone fu invitato dai suoi ufficiali a diffidare delle promesse di Akbar e ad attaccarne subito le forze ancora abbastanza disunite, ma, non convinto, non raccolse l'invito<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', pp. 297</ref>.
 
Così il primo gennaio 1842 cominciò la tragica ritirata delle truppe e dei residenti britannici , ben sedicimila persone, i quali sfollarono da [[Kabul]] convinti da Akbar che avrebbero potuto raggiungere l'India senza ulteriori attacchi: morirono quasi tutti sulla strada per [[Jalalabad]], anche a causa del gelo perché non furono muniti dell'equipaggiamento necessario per fronteggiare i rigori dell'inverno afgano<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', pp. 301</ref>. Lungo il tragitto la colonna in ritirata fu continuamente bersagliata dagli agguati tesi dalle varie tribù appostate, i cui combattenti facevano uso dei micidiali ''jezail'', caratteristici fucili a canna lunga<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', pp. 303</ref>. Di tanto in tanto Akbar si faceva vivo rassicurando Elphinstone che stava facendo tutto il possibile per tenere sotto controllo le tribù locali: vi fu, però, chi riferì di aver udito il capo afgano esortare i suoi combattenti a risparmiare gli inglesi in persiano, lingua conosciuta da alcuni di questi ultimi, e a massacrarli in ''pashtun'', lingua parlata dagli afgani<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', p. 303</ref>.
 
AlcuniLungo morironoil nontragitto lontanola dallacolonna salvezza,in comeritirata ifu superstiticontinuamente delbersagliata ''44thdagli Regimentagguati oftesi Foot''dalle varie tribù appostate, massacratii pressocui ilcombattenti villaggiofacevano diuso Gandamakdei micidiali ''jezail'', acaratteristici cinquantafucili chilometria dacanna [[Jalalabad]]lunga<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', ppp. 305-306303</ref>,. laDi cuitanto ultimain difesatanto fuAkbar ritrattasi dafaceva Williamvivo Barnesrassicurando WollenElphinstone nelche quadrostava ''Thefacendo Lasttutto Standil ofpossibile theper 44thtenere Regimentsotto atcontrollo Gundamuck'';le otribù comelocali: unvi gruppofu, di cavalieri britanniciperò, attiratichi dalla promessariferì di ciboaver neludito villaggioil dicapo Futtehabad,afgano aesortare venticinquei chilometrisuoi dacombattenti [[Jalalabad]]a edrisparmiare ivigli massacrati tutti<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segretiinglesi in Asia centrale''persiano, p.lingua 306-307</ref>conosciuta salvoda l'ufficialealcuni medicodi Williamquesti Brydonultimi, il cui drammatico arrivoe a [[Jalalabad]] fu immortalatomassacrarli in un famoso quadro di Elizabeth Butler, ''Remnantspashtun'', oflingua anparlata Army''dagli (1879)afgani<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', p. 308303</ref>. Alla fine di marzo fu assassinato anche Shujah Shah che fino a quel momento aveva resistito all'interno del ''Bala Hisar''.
 
Alcuni morirono non lontano dalla salvezza, come i superstiti del ''44th Regiment of Foot'', massacrati presso il villaggio di Gandamak, a cinquanta chilometri da [[Jalalabad]]<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', p. 305-306</ref>, la cui ultima difesa fu ritratta da William Barnes Wollen nel quadro ''The Last Stand of the 44th Regiment at Gundamuck''; o come un gruppo di cavalieri britannici, attirati dalla promessa di cibo nel villaggio di Futtehabad, a venticinque chilometri da [[Jalalabad]] ed ivi massacrati tutti<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', p. 306-307</ref> salvo l'ufficiale medico William Brydon, il cui drammatico arrivo a [[Jalalabad]] fu immortalato in un famoso quadro di Elizabeth Butler, ''Remnants of an Army'' (1879)<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', p. 308</ref>.
Nell'autunno dello stesso 1842 [[Kabul]] fu riconquistata dalle truppe britanniche al comando dei generali George Pollock e William Nott. La riconquista fu tuttavia effimera perché Dost Mohammed fu rimesso in libertà dagli inglesi, e, solo tre mesi dopo il definitivo ritiro britannico da Kabul, riapparve trionfalmente nella capitale afgana, ristabilendo rapidamente la propria autorità, col benestare tacito degli stessi inglesi<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', pp. 316-317</ref>.
 
Alla fine di marzo fu assassinato anche Shujah Shah che fino a quel momento aveva resistito all'interno del ''Bala Hisar''.
 
Nell'autunno dello stesso 1842 [[Kabul]] fu riconquistata dalle truppe britanniche al comando dei generali George Pollock e William Nott.
 
Nell'autunno dello stesso 1842 [[Kabul]] fu riconquistata dalle truppe britanniche al comando dei generali George Pollock e William Nott. La riconquista fu tuttavia effimera perché Dost Mohammed fu rimesso in libertà dagli inglesi, e, solo tre mesi dopo il definitivo ritiro britannico da Kabul, riapparve trionfalmente nella capitale afgana, ristabilendo rapidamente la propria autorità, col benestare tacito degli stessi inglesi<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', pp. 316-317</ref>.
== Note ==