Mario Mafai: differenze tra le versioni

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Furono, quelli, anni assai creativi e di gran dibattiti: Mafai e Raphaël avevano preso casa e studio al 335 di via Cavour, in un palazzo poi demolito con gli sventramenti per l'apertura dei [[Fori imperiali]], e la casa divenne punto di riferimento e lugo di discussione per diversi artisti e letterati, tra cui [[Enrico Falqui]], [[Giuseppe Ungaretti]], [[Libero de Libero]], [[Leonardo Sinisgalli]], [[Renato Marino Mazzacurati]] e soprattutto [[Scipione (Gino Bonichi)|Scipione]].
 
Nel [[1930]] passa alcuni mesi a [[Parigi]] con Raphaël (per lui è una scoperta, per lei è un ritorno), ma in novembre è di nuovo a [[Roma]] dove frequenta l' [[Osteria Fratelli Menghi]], noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni '40 e '70 ed organizza una mostra con [[Scipione (Gino Bonichi)|Scipione]]. Le opere di alcuni artisti della [[Scuola romana (pittura XX secolo)|Scuola romana]] partono poi per una mostra itinerante negli Stati Uniti. Il gruppo di giovani pittori cominciava a farsi notare e ad avere una propria identità nel panorama artistico romano: [[Roberto Longhi (storico dell'arte)|Roberto Longhi]] lo definì nel [[1931]] come "''[[Scuola di via Cavour]]''".
 
Gli [[anni 1930|anni trenta]] sono per Mafai anni di lavoro intenso e non avari di riconoscimenti: