Riforma del pensiero in Cina: differenze tra le versioni
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* di fronte ad un vasto pubblico, che rappresenta la comunità, la persona viene accusata e umiliata, con un atteggiamento tipicamente cinese di derisione. Il cinese, soprattutto nelle campagne, dipende psicologicamente dalla stima del gruppo e vive l'umiliazione pubblica in modo particolarmente spiacevole;
* l'individuo, non potendo sfuggire alla denigrazione del proprio io, è spinto a scrivere una confessione e ad esprimere il desiderio di cambiare. Alle pressioni psicologiche sono talvolta associate pressioni fisiche, come il mantenimento prolungato di posizioni scomode o dolorose, sotto la minaccia di gravi punizioni (le mani legate con manette di carta che non devono essere rotte, bicchieri pieni d'acqua tenuti in bilico senza versare una goccia);
* finalmente, quando la confessione viene accettata, il gruppo saluta la "rinascita" dell'individuo che, con grande senso di euforia, è pronto ad accettare
Il sinologo John King Fairbank (''Storia della Cina contemporanea, 1988'') sembra tracciare un confine fra il concetto esotico di "lavaggio del cervello" e quello più razionale di "stato di polizia", sottolineando che gli effetti ultimi contano più del metodo: «Se questa esperienza psicologica cambiasse realmente la personalità di chi vi era sottoposto non si può dire con certezza; molto più sicuro è il fatto che si trattava di un'esperienza spiacevolissima da evitare nel futuro.»
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