Abbazia di Leno: differenze tra le versioni

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Il Duecento si aprì in modo drammatico con una sollevazione del popolo di Leno, il quale riuscì ad impadronirsi del monastero scacciando i monaci, i quali però riuscirono, con le armi, a riconquistarlo nel [[1209]]. Nel medesimo anno l'abate Onesto decise la costruzione di un nuovo [[ospedale]], dedicato ai Santi [[San Bartolomeo apostolo|Bartolomeo]] e a [[Sant'Antonio abate|Antonio]], gestito dai benedettini, a disposizione della comunità.<ref>{{cita|Zaccaria 1767|p. 35|cidZaccaria}}.</ref><ref>{{cita|Cirimbelli 2003|p. 61 vol. 1|cidCirimbelli 1}}.</ref> Per far fronte ai debiti economici furono attuate numerose vendite fondiarie e nel [[1212]] la [[Santa Sede]] delegò il [[vescovo di Cremona]], Sicardo, come curatore degli affari economici del monastero lenese.<ref>{{cita|Zaccaria 1767|p. 36|cidZaccaria}}.</ref>
 
Seguì il lungo e funesto abbaziato di Epifanio, uomo dissoluto e disonesto, che lasciò in deplorevole stato non solo le finanze, ma anche i libri e gli oggetti sacri della badia tanto da dover far intervenire il papa che lo depose negli anni trenta del XIII secolo.<ref>{{cita|Zaccaria 1767|pp. 36-37|cidZaccaria}}.</ref> Negli anni successivi, caratterizzati dalla lotta tra [[Guelfi]] e [[Ghibellini]], gli abati di Leno si schierarono ora da una parte ora dall'altra, accentuando sempre più la miseria della comunità monastica che, per mantenersi, ricorse sempre più spesso ad affitti e a vendite, dilapidando ulteriormente l'ormai ridimensionato patrimonio fondiario.<ref>{{cita|Zaccaria 1767|pp. 37-39|cidZaccaria}}.</ref>
 
Nel secolo seguente aumentano le contese di natura giurisdizionale e fiscale tra il monastero e la comunità di Leno, mentre la miseria dell'abbazia fu ulteriormente accresciuta da una razzia ad opera dei [[Visconti]] nel [[1351]].<ref>{{cita|Cirimbelli 1993|pp. 70-73 vol. 1|cidCirimbelli 1}}.</ref><ref>{{cita|Zaccaria 1767|p. 43|cidZaccaria}}.</ref> Seguì il lungo abbaziato di Andrea di Taconia, proveniente da [[Praga]] e cappellano di [[Carlo IV del Sacro Romano Impero|Carlo IV]], che resse le sorti della badia barcamenandosi nelle diverse angherie per cercare di mantenere almeno il prestigio e la dignità del cenobio.<ref>{{cita|Zaccaria 1767|p. 44|cidZaccaria}}.</ref> <br> Questo abate soggiornò spesso lontano da Leno, tanto che il seggio venne occupato da due usurpatori: uno di questi, Ottobono, dopo la morte dell'abate boemo (1408) si coalizzò con i Veneziani durante la conquista del Bresciano e quando la città venne conquistata dalla [[Serenissima]] egli ottenne dal [[Doge (Venezia)|doge]] e dal [[papa]] la direzione del cenobio lenese ([[1434]]), confermata per altro, nello stesso anno, da un'importante bolla pontificia.<ref>{{cita|Zaccaria 1767|pp.45-46|cidZaccaria}}.</ref>