Storia dell'Aragona: differenze tra le versioni

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In quegli anni molti Iberi iniziarono ad arruolarsi, come mercenari, negli eserciti romani e a farsi apprezzare per le proprie doti di coraggio, resistenza e frugalità. Nel primo decennio del secolo successivo un manipolo di cavalieri reclutati nei pressi di ''[[Saragozza|Sadubia]]'', in Aragona, si coprì di gloria nella guerra sociale. A trenta di essi venne concessa la cittadinaza romana e ancor oggi, ad [[Ascoli Piceno]], si può ammirare il bronzo commemorativo su cui vennero incisi i nomi di quei valorosi.
 
Iberi e Celtiberi d'Aragona costitironocostituirono anche il nerbo dell'esercito approntato dall'ex-tribuno militare [[Sertorio]] attorno all'[[80 a.C.]] in funzione [[Silla|antisillana]] prima ed [[Gneo Pompeo|antipompeiana]] poi. Il grande politico e condottiero [[Umbri|umbro-sabino]] volle costituire ad [[Huesca|Osca]], la città dell'Aragona centro-settentrionale che fungeva da suo quartier generale, una grande scuola per l'insegnamento del latino. Tale scuola era frequentatissima da giovani che volevano entrare a far parte dell'amministrazione romana e del senato locale, costituito non solo da Romani, ma, secondo i voleri di Sertorio, anche dagli appartenenti delle famiglie ibere e celtibere più in vista. Un paio di decenni più tardi il grande [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] chiamò attorno a se il fior fiore della gioventù romana durante l'assedio di [[Lleida|Ilerda]]. Alcuni di questi legionari sarebbero andati a popolare la prima colonia di diritto romano in Aragona: ''Lèpida'' ([[45 a.C.]]). E furono proprio le prime colonie, unitamente ai municipi di origine ibera celtibera che si andarono sviluppando sul modello di quelle con l'apporto anche dei veterani latini ed italici, che la romanizzazione della regione ricevette un ulteriore e decisivo impulso. La spina dorsale del mondo romano, il nucleo organizzatore dei vasti spazi d'[[Europa]], d'[[Asia]] e d'[[Africa]], i quali si riconoscevano nel sacro nome di Roma e prosperavano all'ombra della sua aquila, era infatti la città.
 
E fu proprio in quegli anni che iniziò quel processo di condivisione di comuni valori che la civiltà romana aveva elaborato nella sua storia secolare e che le genti di Aragona trovarono così congeniali al proprio spirito fiero, leale ed austero. Fu proprio in quegli ultimi decenni di libertà repubblicana che iniziò a farsi strada negli animi dei giovani di quell'angolo dell'[[Hispania]] romana l'adesione ad un progetto collettivo di civiltà e di conquiste sociali e spirituali, prima ancora che materiali, le quali avrebbero per sempre marchiato i futuri destini della loro terra e d'Europa.