Giuseppe Giordani: differenze tra le versioni

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'''Giuseppe Giordani''' (soprannominato '''Giordanello''') ([[Napoli]], [[19 dicembre]] [[1751]] – [[Fermo]], [[4 gennaio]] [[1798]]) fu un [[compositore]] italiano[[italia]]no.
 
Figlio di Domenico Giordani e Anna Maria Tosato, studiò da giovane al [[Conservatorio di Santa Maria di Loreto]] sotto l’insegnamento di [[Gennaro Manna]], [[Antonio Sacchini]], Pietro Antonio Gallo e [[Fedele Fenaroli]]; tra i suoi compagni di studi ebbe [[Domenico Cimarosa]] e [[Nicola Antonio Zingarelli]]. Nel [[1774]] fu nominato maestro soprannumerario della cappella del [[Duomo di Napoli]] (la celebre Cappella del Tesoro di San Gennaro) in sostituzione di Manna. In questo periodo, oltre alla composizione di musica sacra, si occupò anche dell’attività didattica.
 
Il [[25 maggio]] [[1779]] sposò la cantante Emanuela Cosmi e nell'autunno dello stesso anno debuttò come operista con il dramma ''L’Epponina'', con il quale inaugurò il [[Teatro della Palla a Corda]] di Firenze. Da quest’anno al 1796 scrisse ben 40 lavori, tra i quali opere serie, opere buffe e oratori. Nel 1780 entrò all' ''Accademia Filarmonica di Modena'' e successivamente anche in quella di [[Parma]]. Nel 1787 al [[Teatro San Carlo]] di Napoli diede ''La distruzione di Gerusalemme'', che fu in assoluto il primo [[dramma sacro]] ad essere rappresentato in un teatro: questo lavorò riscosse molto successo tant’è che venne ricordato anche dal famoso scrittore tedesco [[Johann Wolfgang von Goethe]], presente alla rappresentazione, nel suo saggio [[Il viaggio in Italia|Italienische Reise]], L'anno successivo inaugurò il [[Teatro Comunale di Faenza]] con il suo ''Cajo Ostilio''.
 
Il 14 febbraio 1789, dopo il successo ottenuto dalla messa in scena de ''La disfatta di Dario'' al [[Teatro alla Scala]] di [[Milano]], ricevette il posto di [[maestro di cappella]] della Cattedrale di Fermo; il 4 agosto affiancò pure quello di organista e il 4 novembre 1791 occupò le stesse due posizioni anche per la Chiesa di Santo Spirito. Con la rirappresentazione de ''La morte di Abele'' e de ''La distruzione di Gerusalemme'' inaugurò il Teatro dell’Aquila. Nella sua ''Ines de Castro'', data a [[Venezia]] nel 1793, si denotano già i canoni tipici delle opera serie del tardo settecento, caratterizzata dalla presenza unità sceniche più articolate e complesse ed introduzioni di passaggi corali. Trascorse i suoi ultimi anni nelle [[Marche]] dedicandosi principalmente alla composizione di musica sacra e oratori.