Morosini (famiglia): differenze tra le versioni

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*Antonio Morosini, nato nel 1365 da Marco, fratello del doge [[Michele Morosini]], e da Caterina Moro scrisse un celebre Diario sulla storia di Venezia
* Domenico Morosini (1417-1509), dei Morosini dalla Tressa, ramo di S. Maria Zobenigo, figlio di Pietro e di Bianca [[Dolfin]]. Nel 1470 il doge [[Cristoforo Moro]] lo nominò suo esecutore testamentario insieme con Giacomo Morosini e Piero Sanudo nel 1472 fu eletto nel [[Consiglio dei dieci]], nel 1497 iniziò la stesura della sua opera principale: De bene instituta re publica. Nel 1456 sposò Elena Ruzzini, dalla quale ebbe Giovanni, Francesco e Lorenzo che completò nel 1512 la sua opera De bene instituta re publica Morosini.
* Marcantonio Morosini (1434-1509), figlio di Roberto e di Fresca [[Contarini]]. Si sposò nel 1458 con Andriana [[Soranzo]] e dopo il 1484, con Donata [[Donà (famiglia)| Donà]] di Pietro, vedova di Giorgio [[Pisani (famiglia)| Pisani]]. Nel 1480 fece parte del Collegio in qualità di savio di Terraferma nel 1481 fu podestà di Bergamo, nel 1487 si recò a Napoli come ambasciatore presso il re [[Ferdinando II d'Aragona]] per mediare un accordo di quel re con il [[Papa Innocenzo VIII]], nel 1491 fu podestà di Verona, nel 1494 assunse il capitanato di Padova, nel 1945 prese parte alla [[Battaglia di Fornovo]], nel 1497 entrò a far parte del Consiglio dei dieci.
* Elena Morosini, morta nel 1509, figlia di Matteo, moglie di [[Bernardo Bembo]] (1433–1519) e madre di [[Pietro Bembo]].
* Domenico Morosini (1508-1558), dei Morosini dalla Sbarra, figlio Barbone e di Elisabetta [[Giustinian]]. Fu un famoso umanista nominato da molti intellettuali come Giovangiorgio [[Trissino (famiglia)| Trissino]], [[Pietro Aretino]], Vincenzo Brusantini e Giovan Battista Benedetti che gli indirizzò lettere su questioni geometriche. Nel 1542 fu ambasciatore presso [[Ferdinando I del Sacro Romano Impero]], nel 1547 fu podestà di Verona, nel 1549 fu ambasciatore presso l'imperatore [[Carlo V del Sacro Romano Impero]], nel 1553, venne eletto dal Senato ambasciatore a Roma, nel 1556 fu dei capi del [[Consiglio dei dieci]] e dei Savi del Consiglio, nel 1557 dei Savi all’eresia.