Stent: differenze tra le versioni

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Al momento dell'intervento in sala [[Angiografia|angiografica]], viene praticata una puntura solitamente a livello dell’[[arteria femorale]], previa [[anestesia locale]], e vengono introdotti dei cateteri che arrivano fino al vaso interessato. Può essere necessaria, in rari casi, l'[[anestesia generale]].
 
Giunti nella sede da trattare viene posizionato il [[catetere]] che ha lo stent nella parte terminale (alle volte con l'ausilio di un [[Catetere a palloncino|palloncino]] portante) nel punto preciso all'interno del vaso: questa tecnica va eseguita sotto stretto monitoraggio radiologico e con il mezzo di contrasto, che ci permette di vedere il lume dell'arteria.
 
Vi sono dei problemi potenziali correlati all'uso degli stent vascolari: il più comune è la [[trombosi]] dello stesso, cosa che determina un'occlusione acuta del vaso e ischemia (se vaso arterioso) del tessuto irrorato, ma in genere sono eventi rari e che si presentano nell'immediato o entro le 24 ore successive all'impianto. Infatti il ''device'' viene poi riendotelizzato, cioè ricoperto da neo[[tonaca intima|intima]] e l'utilizzo degli antiaggreganti aiuta tale processo. Anche la proliferazione intimale, se eccessiva, può determinare una complicanza, definita però ''restenosi''.