Romolo di Fiesole: differenze tra le versioni

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Cresciuto in questo stato fino alla maturità, Romolo, conquistato dalle prediche dell'[[Pietro apostolo|apostolo Pietro]], attivo nell'Urbe poco dopo l'anno [[60]], si convertì al [[Cristianesimo]] e ricevette il [[battesimo]] dallo stesso apostolo. Si dedicò quindi all'evangelizzazione, inizialmente a Roma, ma estendendola in seguito alle città di [[Sutri]] e [[Nepi]]. Gli ottimi frutti derivanti dalla sua opera spinsero San Pietro a nominare Romolo vescovo e ad inviarlo in missione insieme a due compagni a Fiesole, in [[Etruria]].
 
Incamminandosi verso la città, Romolo passò per [[Volterra]] dove incontrò altri due discepoli di San Pietro che raccontarono di essere già stati a Fiesole per l'evangelizzazione, non ottendoottenendo però alcun risultato dato che la popolazione del posto era interamente dedita al [[Paganesimo|culto pagano]]. Il santo, per nulla sfiduciato, li confortò e li invitò a seguirli. Una volta giunti presso le porte della città toscana, i missionari vennero scacciati dalla popolazione locale e dal loro governatore, sicché Romolo e i suoi seguaci (in tutto quattro: Carissimo, Marchiziano, Crescenzio e Dolcissimo) decisero di abbandonare per un certo tempo quella terra pagana per predicare il Vangelo in [[Lombardia]], a [[Brescia]] e a [[Bergamo]].
 
Dopo essersi trattenuto per un certo tempo a Nord con i compagni, Romolo ricevette da un [[angelo]] l'ordine di ritornare a Fiesole; penetrato segretamente nella città, diede dunque inizio a una serie di conversioni e miracoli che spinsero al [[battesimo]] numerosi pagani.