Storia d'Italia: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Campagna d'Africa orientale|Eritrea italiana|Somalia Italiana}}
L'inizio del regno vide l'[[Italia]] impegnata anche in una serie di guerre di espansione coloniale. L'occupazione cominciò nel novembre [[1869]] quando il padre [[san Lazzaro mendicante|lazzarista]] [[Giuseppe Sapeto]] avviò le trattative per l'acquisto della [[Baia di Assab]], negoziazione appoggiata dai governi di Sinistra di Depretis e da una compagnia privata guidata da [[Raffaele Rubattino]], ma che si concluse solo nel 1882 a causa delle contestazioni del governo egiziano, che rivendicava anch'esso il possesso della baia.<br />
Quando gli egiziani si ritirarono dal [[Corno d'Africa]] nel [[1884]], i diplomatici italiani strinsero un accordo con la [[Gran Bretagna]] per l'occupazione del porto di [[Massaua]] che assieme ad Assab formò i cosiddetti ''possedimenti italiani nel mar Rosso''. Dal [[1890]] assunsero la denominazione ufficiale di [[Eritrea italiana|Colonia Eritrea]]. L'interesse per la fondazione di colonie italiane continuò anche durante i governi di [[Francesco Crispi]]. La città di Massaua diventò il punto di partenza per un progetto che sarebbe dovuto sfociare nel controllo del Corno d'Africa.<br />
 
Attraverso i commercianti e gli studiosi italiani che frequentavano la zona, già dagli [[anni 1860|anni sessanta]], l'Italia cercò di penetrare all'interno dell'Etiopia (all'epoca retta dal Negus Neghesti (Re dei Re, cioè Imperatore) [[Giovanni IV d'Etiopia|Giovanni IV]], ma con la presenza di uno Stato relativamente autonomo nei territori del sud, retto da [[Menelik II d'Etiopia|Menelik II]]), cercando di dividere i due Negus. Nel [[1889]] l'Italia ottenne, tramite un accordo da parte del Console italiano di [[Aden]] con i Sultani che governavano la zona, i protettorati su Obbia e su [[Migiurtinia]]. Nel [[1892]] il Sultano di [[Zanzibar]] concesse in affitto i porti del [[Benadir]] (fra cui [[Mogadiscio]] e [[Brava (Somalia)|Brava]]) alla società commerciale "Filonardi". Il Benadir, sebbene gestito da una società privata, fu sfruttato dal Regno d'Italia come base di partenza per delle spedizioni esplorative verso le foci del Giuba e dell'[[Omo]], e per ottenere il protettorato sulla città di [[Lugh]].<br />
 
A seguito della sconfitta e della morte dell'Imperatore Giovanni IV in una guerra contro i [[dervisci]] sudanesi (1889), l'esercito italiano occupò parte dell'altopiano etiopico, compresa la città di [[Asmara]], sulla base di precedenti accordi fatti con Menelik il quale, con la morte del rivale, era riuscito a farsi riconoscere [[Negus]] Neghesti. Con il trattato che seguì, Menelik accettò la presenza degli italiani sull'altopiano etiope e riconobbe nell'Italia l'interlocutore privilegiato con gli altri paesi europei. Quest'ultimo riconoscimento fu interpretato dagli italiani come l'accettazione di un [[protettorato]] e negli anni seguenti sarà fonte di discordie fra i due paesi.<br />
La politica di progressiva conquista dell'Etiopia si concretizzò con la [[campagna d'Africa Orientale]] (1895-1896) e terminò con la sconfitta nella [[battaglia di Adua]] ([[1º marzo]] [[1896]]). Fu uno dei pochi successi della resistenza africana al [[colonialismo]] europeo del [[XIX secolo]]. Anche dopo questa cocente sconfitta la politica coloniale nel Corno d'Africa continuò con il protettorato sulla [[Somalia]], dichiarata colonia nel [[1905]].