SVT-40: differenze tra le versioni

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Tuttavia, i problemi del nuovo fucile divennero presto evidenti, e un nuovo concorso venne bandito. Stavolta venne scelto il fucile di Tokarev, e la produzione cominciò con la designazione SVT-38. La produzione cominciò a Tula nel luglio 1939 (alla Izhmash solo qualche mese più tardi)<ref name="nuggets">[http://www.mosinnagant.net/USSR/svt401.asp The Red Army's Self Loading Rifles: A Brief History Of The Tokarev Rifles Models of 1938 and 1940. By Vic Thomas Of Michigan Historical Collectables]</ref>.
 
L’SVT-38 era un fucile semiautomatico operato a gas tramite pistone a corsa corta<ref name="MF">[http://world.guns.ru/rifle/rfl06-e.htm Modern Firearms article on SVT-40]</ref>.Fu una della prime armi ad utilizzare questa configurazione; tuttavia la paternità di questo principio è molto discussa, dato che la configurazione dell’SVT (così come compare nel prototipo del 1935) è molto simile al progetto di Dieudonné Saive del 1937 (Saive progettò quello che poi sarebbe divenuto il FAL, che utilizza proprio tale principio di funzionamento).
 
Le armi sovietiche erano generalmente costruite in maniera solida ma semplice, rivolte ad utenti poco esperti e male addestrati. L’SVT-38, al contrario, era stato costruito attorno all’idea di ridurre al minimo il peso dell’arma. I meccanismi di riarmo (non direttamente accessibili senza smontaggio completo) erano ben più complicati di quelli delle comuni armi sovietiche e il fucile era molto “esigente” in quanto a pulizia, portando spesso ad inceppamenti senza una manutenzione costante<ref name="MF"/>.