Alfred Rosenberg: differenze tra le versioni

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=== Verso il Terzo Reich: l'ascesa e la fine ===
 
Nel [[1923]] prese parte al fallito [[Putsch di Monaco]] a seguito del quale Hitler fu arrestato, il partito sciolto e il [[giornale]] cessò le pubblicazioni. Dopo il rilascio del Führer riprese la sua attività, divenendo l'intellettuale del partito. Nel [[1930]] venne eletto per la prima volta deputato al Parlamento tedesco. Da questa data sino alla fine della guerra mantenne sempre un ruolo di enorme rilevanza all'interno del partito ma soprattutto nei quadri del nuovo impero tedesco, come dimostrano gli incarichi che Hitler gli affidò nel corso degli anni. Come prima nomina, il nuovo Cancelliere assegnò a Rosenberg il ruolo di "Delegato del Führer per l'educazione e la formazione intellettuale e filosofica del partito Nazionalsocialista" nel [[1933]], incaricòincarico che ben rispecchiava la sua figura di leader indiscusso dopo Hitler in quanto a dottrina del movimento. Non solo, sempre dello stesso anno fu la nomina di Rosenberg a "Responsabile Esteri per il Partito" (ruolo che ricoprì sino alla fine della guerra nel [[1945]]) e grazie al quale ebbe modo di tessere stretti rapporti con pressoché tutti i partiti fascisti sparsi nel mondo (ruolo che gli dette una notevole visibilità). Nel [[1939]], sempre per la sua forte conoscenza della [[questione ebraica]], fondò su ordine di Hitler "l'Istituto di studi sulla questione ebraica (Institut zur Erforschung der Judenfrage), il cui compito era sostanzialmente diretto a svuotare archivi, musei e gallerie d'arte ebraica europee a "fini di ricerca scientifica".
Con il deflagrare della guerra Rosenberg fondò prima un suo proprio staff, chiamato Staff Operativo Rosenberg ([[Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg]]) che si occupò principalmente (se non in via esclusiva) di trafugare opere d'arte dalla Francia occupata. Al [[1941]] risale invece la sua ultima nomina politica, quella a Ministro dei territori occupati, ruolo grazie al quale ebbe modo di impegnarsi in prima persona alla realizzazione del piano sullo sterminio di massa della popolazione ebraica.
Durante la prigionia a Norimberga, in attesa del giudizio che lo condurrà alla pena di morte, Rosenberg fu autore di una serie di appunti autobiografici che erano tesi a sminuire la sua figura all'interno del partito (forse un ultimo tentativo di difesa contro la pena di morte), accusando dello sterminio soprattutto Göbbels, Himmler e Bormann, sottolineando come lui essenzialmente si occupasse di cultura e di ricerca e che tendeva a passare le sue giornate "isolato nelle biblioteche a leggere mentre gli altri gerarchi erano intenti a tessere fitte reti di rapporti ed estendere la loro influenza" ("Letzte Aufzeichnungen. Nürnberg 1945/1946).