Palazzo Pandolfini: differenze tra le versioni

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Nel [[1620]] venne risistemato e allargato il giardino dal senatore [[Filippo Pandolfini]], acquistando alcune proprietà confinanti.
 
Alla fine del [[XVIII secolo|1700]] il così dettocosiddetto "ramo del Palazzo" della famiglia Pandolfini si sarebbe estinto se Eleonora, figlia di Agnolo Pandolfini, non avesse adottato il nipote Alessio Hitrof. Fu lei a far sistemare il giardino secondo la moda romantica dell'epoca e a far costruire una serra per custodire in inverno le collezioni di piante ornamentali. Con lei il palazzo tornò ad ospitare artisti e letterati come nel Rinascimento.
 
===Dall'Ottocento a oggi===
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Il giardino cinquecentesco è descritto dal poeta [[Benedetto Varicensio]] nel [[1525]], che parla di un ambiente ombroso decorato da una fontana con giochi d'acqua, un prato e alcuni alberi di arancio.
 
Ai primi dell'Ottocento sopravviveva ancora l'impostazione come [[giardino all'italiana]], articolato in due parti quadrangolari: una più piccola su via San Gallo e una più grande tra via Salvestrina e [[via Cavour]]. La vasca con puttino, elemento decorativo di raccordo tra le due sezioni, si trova oggi nell'atrio di ingresso del palazzo. Nel giardino "grande", diviso in quattro aiuole, esisteva una collinetta artificiale al centro, con un boschetto di [[cedri]] e [[limoni]], una [[ragnaia]] di [[alloro]] e [[Quercus ilex|lecci]], uno stanzone-limonaia, alberi da frutto e [[Vitis|viti]] sistemate a spalliera.
 
La trasformazione a [[parco all'inglese]] risale verosimilmente all'inizio del XIX secolo, dopo che Eleonora Pandolfini nel [[1806]] ne prese proprietà. La prima testimonianza del nuovo assetto risale al [[1876]], ma i lavori dovettero avvenire tra il [[1830]] e il [[1840]]. Nel [[1853]] venne creato il [[giardino d'inverno]], come una loggia chiusa da vetrate, tuttora addossato al muro di cinta lungo via Salvestrina. Oggi è dominato da un prato centrale, circondato da siepi ed alberi ad alto fusto, che nascondono i muri perimetrali, dal palazzo e dalla loggia della limonaia. Sull'asse del portone su via San Gallo si trovano una fila di statue decorative in marmo, con soggetti mitologici.