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{{L|araldica|giugno 2013}}
In base all'art. 109 dell'ultimo [[Regolamento]] per la [[Consulta Araldica]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno]], approvato con [[regio decreto]] 7 giugno 1943 n. 652 (pubblicato sulla [[Gazzetta Ufficiale del Regno]] del 24 luglio 1943, n. 170, supplemento ordinario ed allegato al numero del luglio-dicembre 2008 della [[Rivista Nobiliare]]): “i motti si scrivono sopra liste bifide e svolazzanti, [[Smalto (araldica)|smaltate]] come nel [[campo dello scudo]] e scritte con [[Lettera maiuscola|lettere maiuscole]] [[Lettera romana|romane]]. Di regola si collocano sotto la [[punta (araldica)|punta]] dello scudo”. Per il successivo art. 110: “si rispettano le tradizioni storiche per i motti scritti con caratteri speciali e per i [[#Grido di guerra|gridi d'armi”armi]]”. Per l'art. 111: “nelle concessioni i motti saranno o italiani o latini, non scritti con lettere arcaiche”.
[[File:Gonzaga.png|thumb|right|Blasonatura araldica dei [[Gonzaga]] successiva al [[1530]]. Vi si riconosce la corona ducale sormontata dalla parola ''fides'' (fede) che si riferisce al titolo ducale concesso dall'imperatore [[Carlo V]] e la scritta in greco ''Olimpos'' (Olimpo) che si riferisce all'impresa dell'Olimpo di [[Federico II Gonzaga]].]]
 
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Quando la divisa è costituita da una figura accompagnata da parole si usa più propriamente il termine di '''impresa'''. In questo caso la figura è detta anche ''corpo'' mentre le parole sono dette ''anima dell'impresa'', a significare che è quello che dà vita al corpo.
 
Per la dottrina più autorevole <ref>(PIERO GUELFI CAMAJANI,Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, pp.&nbsp;311–312)</ref>, l'impresa può essere di corpo o d'anima. È di corpo quando consiste in una figura simbolica posta in [[cimiero]] che sostiene un motto. È d'anima quando, posta in [[fascia (araldica)|fascia]] sotto lo scudo, consiste in una sentenza od una frase allegorica inerente all'arma.

{{C|Perché sono esemplificati come imprese e non come motti/divise? Ad es. in [[:File:Great coat of arms of Rothschild family.svg]] vedo solo parole / frasi, non anche figure|araldica|giugno 2013}}
L'impresa di [[casa Savoia]] è FERT, di [[Cesare Borgia]] AUT CAESAR AUT NIHIL, dei [[RothscildRothschild]] CONCORDIA, INTEGRITA' INDUSTRIA, dei {{Chiarire|[[Luserna]]|disambiguare}} LUX IN TENEBRIS LUCET.
 
=== Grido di guerra ===
Analoghi ai ''motti'' sono i '''gridi di guerra''', , detti anche '''gridi d'arme''' , costituiti da parole o brevi frasi che esortavano i combattenti in battaglia, e che sono scritti su listelli svolazzanti posti al di soprasopr a dell'[[Elmo (araldica)|elmo]] o dello scudo.
 
Il grido di guerra, detto anche grido d'arme, trova la propria origine nei tornei e nelle giostre durante i quali gli araldi pronunciavano il grido di ciascun cavaliere al suo ingresso in campo onde egli fosse riconosciuto. In battaglia lo si usava in segno di raccolta o di incitamento: in Italia SAVOIA, in Francia MONT JOIE, in Spagna SANTIAGO, i primi crociati DIEU LE VOLT. “Questo grido, dice il Ginanni, deve essere un motto conciso in una, due, o tre parole, posto in cima all'arme. Il Ménèstrier divide i gridi dell'arme in otto categorie, cioè di decisione, di risoluzione, di invocazione, di sfida, di combattimento, di esortazione, di gioia, di avvenimento e di raccolta. Il Crollalanza vi aggiunge ancora, molto opportunamente, il grido di protezione, di orgoglio, di amore e quello allusivo all'arme”<ref>(PIERO GUELFI CAMAJANI, Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, p.&nbsp;299)</ref>.
Il grido di guerra trova la propria origine nei [[Torneo (medievale)|tornei e nelle giostre]] durante i quali gli [[araldi]] pronunciavano il grido di ciascun [[Cavaliere medievale|cavaliere]] al suo ingresso in campo onde egli fosse riconosciuto.
 
In [[battaglia]] lo si usava in segno di [[Adunata|raccolta]] o di [[incitamento]]: in Italia SAVOIA, in Francia MONT JOIE, in Spagna SANTIAGO, i primi crociati DIEU LE VOLT.
 
Il grido di guerra, detto anche grido d'arme, trova la propria origine nei tornei e nelle giostre durante i quali gli araldi pronunciavano il grido di ciascun cavaliere al suo ingresso in campo onde egli fosse riconosciuto. In battaglia lo si usava in segno di raccolta o di incitamento: in Italia SAVOIA, in Francia MONT JOIE, in Spagna SANTIAGO, i primi crociati DIEU LE VOLT. “Questo grido, dice il Ginanni, deve essere un motto conciso in una, due, o tre parole, posto in cima all'arme. Il Ménèstrier divide i gridi dell'arme in otto categorie, cioè di decisione, di risoluzione, di invocazione, di sfida, di combattimento, di esortazione, di gioia, di avvenimento e di raccolta. Il Crollalanza vi aggiunge ancora, molto opportunamente, il grido di protezione, di orgoglio, di amore e quello allusivo all'arme”<ref>(PIERO GUELFI CAMAJANI, Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, p.&nbsp;299)</ref>.
{{vedi anche|Lista di gridi di guerra}}
<!--[[File:Impresa di Arrigo Lee-XVI sec..jpg|thumb|left|300px|Impresa (motto) del cavaliere inglese Arrigo Lee - XVI secolo.]]