Battaglia di Jena: differenze tra le versioni

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Prima del sorgere del sole del 14 ottobre venne letto il proclama di Napoleone alle truppe e l'imperatore sfilò a cavallo davanti alle linee alla luce delle lanterne; l'azione ebbe inizio alle ore 07.00 del mattino e una fitta nebbia, presente sulla piana, intralciò i movimenti delle truppe del V corpo del maresciallo Lannes. I soldati avanzarono quasi alla cieca con il rischio di urti e confusione; malgrado la scarsa visibilità i reparti continuarono a marciare e mantennero la coesione; alle ore 10.00 il sole dissolse la nebbia nella piana ad ovest del Landgrafenberg e i soldati francesi poterono finalmente riprendere un soddisfacente contatto visivo tra loro<ref>{{Cita|Blond1998| vol. I, p. 108|Blond 1998 |harv=s}}</ref>.
[[File:Battaglia di Jena.jpg|thumb|right|370px|La battaglia di Jena in un'opera di [[Johann Moritz Rugendas]]. L'opera illustra l'avanzata sul fianco sinistro prussiano del IV corpo d'armata del maresciallo [[Nicolas Soult]].]]
Napoleone, impaziente di prendere l'iniziativa, ordinò alle ore 06.30 al maresciallo Lannes di passare all'attacco, nonostante la nebbia, in direzione di Closewitz per guadagnare spazio in cui far affluire i corpi d'armata in arrivo; l'attacco del V corpo venne sferrato dalla divisione del generale Suchet sulla destra verso Closewitz e dalla divisione del generale [[Honoré Théodore Maxime Gazan de la Peyrière|Honoré Théodore Gazan]] sulla sinistra verso Cospeda. Preceduti da nugoli di ''tirailleur'', i soldati francesi di linea avanzarono verso i loro obiettivi cogliendo di sorpresa i prussiani che si trovavano ancora nei loro accampamenti e che dovettero improvvisare una prima difesa. La brigata del generale [[Michel Marie Claparède]], elemento di testa della divisione del generale Suchet, attaccò in forze i reggimenti prussiani Rechten e Zweiffel appartenenti alle truppe del generale Tauentzien; il 17°º reggimento leggero si dispiegò di fronte mentre il 34° e il 49° di linea di schierarono dietro in colonne per l'assalto; dopo violenti scontri alle ore 09.00 Closewitz venne conquistata, i battaglioni Herwart e Pelet furono respinti e i francesi del generale Claparède avanzarono lungo la strada di Lützeroda<ref name="SP99">{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| p. 99|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>.
 
L'artiglieria francese, schierata sul Landgrafenberg, bersagliò con grande efficacia le truppe prussiane in ritirata, ed anche i battaglioni Thiollaz, Lecocq e Lichtenhain che accorrevano di rinforzo, sottoposti al fuoco dei cannoni, ripiegarono fino ad una nuova posizione organizzata dal generale Tauentzien. Nel frattempo la brigata del generale [[François Frédéric Campana]], appartenente alla divisione del generale Gazan, a causa della nebbia fitta aveva devito verso sinistra dove attaccò e disperse il battaglione Rosen<ref name="SP99"/>. Il generale Gazan incontrò maggiori difficoltà per occupare Cospeda; il primo attacco venne respinto ed i prussiani tentarono anche di contrattaccare; i francesi dovettero combattere duramente, il 17° leggero subì dure perdite; infine la brigata del generale [[Jean-François Graindorge]] avanzò verso Lützenroda e superò la resistenza del battaglione Erichsen e della compagnia Werner; i prussiani furono costretti alla ritirata<ref name="SP99"/>. Il generale Tauentzien aveva deciso di ripiegare dalle sue posizioni troppo esposte in direzione di Vierzehnheiligen dove il comandante prussiano radunò i suoi reggimenti di reserva ed i resti dei reparti sconfitti dalle truppe del V corpo d'armata<ref>{{Cita|Chandler1993| pp. 48-50|Chandler 1993 |harv=s}}</ref>.
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Il maresciallo Lannes proseguì audacemente in avanti e le sue truppe conquistarono anche il villaggio di Vierzehnheiligen, ma alle ore 09.30 i prussiani sferrarono un contrattacco e misero in difficoltà i francesi che dovettero in un primo momento ripiegare abbandonando parte del terreno conquistato compresi Closewitz, Lützeroda e Vierzehnheiligen. Il maresciallo dimostrò determinazione e capacità tattica, i francesi ripresero rapidamente l'iniziativa, rientrarono a Closewitz e Lützenroda, mentre la brigata del generale [[Dominique Vedel]], formazione di riserva della divisione Gazan respinse un tentativo di avanzata dei reggimenti prussiani Zweiffel, Hewarth e von Pelet. Alle ore 10.00 la battaglia al centro rallentò mentre più a nord era in pieno svolgimento la manovra sul fianco destro del IV corpo d'armata del maresciallo Soult<ref>{{Cita|Chandler1993| pp. 50-52|Chandler 1993 |harv=s}}</ref>.
[[File:Nicolas Soult.jpg|thumb|left|140px|Il maresciallo [[Nicolas Soult]], comandante del IV corpo d'armata a Jena.]]
Il IV corpo d'armata era impegnato dal primo mattino nella marcia di aggiramento del fianco sinistro prussiano su un terreno irregolare e fittamente boscoso; nonostante queste difficoltà i soldati francesi marciarono in fretta, superarono i villaggi di Löbstedt e Zwatzen e si inoltrarono in avanti, dopo una breve sosta ordinata dal maresciallo Soult per far avvicinare l'artiglieria. La marcia del IV corpo era guidata dalla divisione del generale [[Louis Charles Vincent Le Blond de Saint-Hilaire|Louis Saint-Hilaire]] che alle ore 8.00 aveva già disperso la fanteria leggera nemica e aveva continuato verso nord-ovest; entro le ore 08.00 il 43°º e il 55°º reggimento di linea attaccarono e misero in fuga i battaglioni prussiani Hundt e Metsch<ref>{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| p. 100|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>. Dopo questi primi scontri i francesi, stanchi ma fiduciosi, raggiunsero il villaggio di Rödigen<ref name="ReferenceCHAND44">{{Cita|Chandler1993| p. 52|Chandler 1993 |harv=s}}</ref>; gli elementi di punta erano costituiti dal 10°º reggimento leggero e dal 36°º reggimento di linea della brigata del generale [[Jacques de Candras]], coperti sul fianco destro da due reparti di cavalleria leggera<ref name="SP102">{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| p. 102|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>. A questo punto, intorno alle ore 10.00, i francesi del IV corpo d'armata furono improvvisamente attaccati sul fianco dalle truppe prussiane del corpo del generale Holzendorff che avevano abbandonato la loro posizione a Dornburg e, marciando al suono del cannone, si erano opportunamente dirette verso Nerkewitz insieme con una batteria di cannoni, fanteria leggera e cavalleria<ref name="ReferenceCHAND44"/>.
 
I prussiani dei battaglioni Losthien e Borke sbucarono fuori dalla boscaglia intorno a Rödigen e aprirono il fuoco contro la fanteria della brigata del generale Varé<ref name="SP102"/>, appartenente alla divisione Saint-Hilaire; ma le truppe francesi reagirono prontamente, la fanteria leggera del 10°º reggimento dimostrò la sua superiorità e, schierata in ordine sparso, bersagliò il nemico infliggendo sensibili perdite; il 36° di linea respinse un attacco di cavalleria. In breve tempo i prussiani si trovarono in difficoltà e, attaccati anche dalla brigata di cavalleria leggera del IV corpo d'armata comandata dal generale Margaron, iniziarono a ripiegare. Il generale Holtzendorff ordinò la ritirata, ma le colonne prussiane furono attaccate e in parte disperse, perdendo due bandiere e alcuni cannoni, i francesi catturarono 400 prigionieri<ref name="ReferenceCHAND44"/><ref>{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| pp. 102-103|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>.
 
Nonostante i tentativi del generale Holtzendorff di organizzare una nuova resistenza a Nerkewitz, la superiorità del IV corpo del maresciallo Soult era netta; la fanteria leggera della divisione del generale Saint-Hilaire si infiltrò nelle posizioni nemiche e minacciò il loro fianco sinistro, mentre la cavalleria attaccò il centro. Le truppe prussiane si disgregarono e in maggioranza fuggirono verso Apolda, mentre il comandante radunò solo pochi soldati e alcuni cannoni che inviò a Klein Romstedt. Il maresciallo Soult era padrone dei boschi di Rödigen e aveva la strada libera per marciare verso Krippendorf e minacciare, secondo gli intendimenti del piano di battaglia di Napoleone, il fianco sinistro dello schieramento prussiano. Alle ore 10.15 il IV corpo iniziò quindi a deviare verso sud-ovest mentre contemporaneamente era ripresa l'aspra battaglia al centro intorno al villaggio di Vierzehnheiligen<ref>{{Cita|Chandler1993| pp. 52-53|Chandler 1993 |harv=s}}</ref>.
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Fortunatamente per i francesi Napoleone comprese subito le difficoltà del maresciallo Ney e prese una serie di energici provvedimenti che ristabilirono rapidamente la situazione a favore della Grande Armata; il maresciallo Lannes ricevette ordine di riprendere gli assalti su Vierzehnheiligen e cercare di prendere contatto con le truppe isolate, il maresciallo Augereau venne sollecitato ad accelerare la sua marcia su Isserstedt per collegarsi con il fianco sinistro del maresciallo Ney, infine l'imperatore fece venire avanti due reggimenti di cavalleria e l'artiglieria della Guardia imperiale che era schierata nelle retrovie. La battaglia stava raggiungendo il suo momento culminante mentre la fanteria prussiana avanzava in formazione serrata in [[ordine obliquo]] con l'ala sinistra più avanzata, mostrando notevole disciplina ed elevato morale. A Vierzehnheiligen si accese una violenta battaglia tra gli ''jäger'' prussiani e la fanteria leggera del maresciallo Lannes che, più abile nel combattimento in ordine sparso, ebbe la meglio e riconquistò il villaggio<ref>{{Cita|Chandler1993| pp. 59-60|Chandler 1993 |harv=s}}</ref>.
 
A questo punto il principe Hohenlohe, indeciso e prudente, preferì arrestare la marcia della sua fanteria di linea e attendere i rinforzi del generale von Rüchel, ma in questo modo diede tempo al maresciallo Lannes di rinforzare il suo schieramento e passare all'attacco con il suo V corpo d'armata verso Dornberg; il 100°º e 103°º reggimento di linea della divisione del generale Gazan si scontrarono con le file allineate prussiane del generale von Grawert<ref>{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| p. 112|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>. L'avanzata francese venne temporaneamente arrestata dal fuoco di fila nemico ma il V corpo riuscì a prendere contatto con l'ala destra del maresciallo Ney che venne anche disimpegnato dall'arrivo sulla sua sinistra della divisione del generale [[Jacques Desjardin]]. Questi reparti erano l'avanguardia del VII corpo d'armata del maresciallo Augereau; il 105°º reggimento di linea e il 16° leggero, rafforzati dalla brigata del generale Dominique Vedel, attaccarono il villaggio di Isserstedt e l'ala destra prussiana, difesa dalle forze dei generali Cerrini e Dyhern. Alle ore 13.00 i francesi avevano ormai conquistato Isserstedt e tagliato fuori le truppe sassoni schierate a sud del villaggio; i soldati francesi del 105°º reggimento sbaragliarono con un attacco frontale la brigata Dyhern<ref>{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| pp. 113-114|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>.
 
Alle 11.30 il maresciallo Ney riuscì a ripiegare con le sue deboli forze fino alle linee principali francesi dove Napoleone non mancò di rimproverare l'ufficiale per la sua eccessiva audacia. Ora le forze francesi stavano continuamente aumentando di numero, oltre al IV corpo del maresciallo Soult sulla destra, erano in arrivo il grosso del VII corpo del maresciallo Augereau sulla sinistra e finalmente le divisioni di fanteria del VI corpo del maresciallo Ney; oltre 42.000 soldati freschi stavano per rinforzare i 54.000 uomini già in azione dalla prima mattina, fornendo all'imperatore una schiacciante superiorità numerica e tattica per la fase finale della battaglia<ref>{{Cita|Chandler1993| p. 60|Chandler 1993 |harv=s}}</ref>.
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Nel frattempo il maresciallo Soult aveva raggiunto con la divisione del generale Saint-Hilaire il villaggio di Klippendorf, difeso dalle deboli truppe della brigata prussiana Kollin; l'attacco francese ebbe rapidamente successo, il nemico fu messo in rotta e le truppe del maresciallo Soult occuparono il villaggio e il mulino a vento di Klippendorf<ref>{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| pp. 112-114|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>. Dopo questo nuovo successo, alle ore 12.30 Napoleone ritenne quindi giunto il momento di sferrare il ''coupe de foudre'', l'offensiva generale per sbaragliare il nemico. Dal quartier generale imperiale furono subito inviati messaggeri ai marescialli con gli ordini definitivi per l'ultima fase della battaglia; mentre sul fianco sinistro il maresciallo Augereau con il VII corpo doveva prendere possesso dell'importante strada per Weimar, sulla destra il IV corpo del maresciallo Soult con la divisione Saint-Hilaire, rinforzata dalle divisioni fresche del generale [[Claude-Juste-Alexandre Legrand|Claude Legrand]] e del generale [[Jean François Leval]], avrebbe aggirato il fianco sinistro prussiano per intercettare la strada per Apolda. Dopo l'inizio delle due manovre sui fianchi, la massa del V corpo del maresciallo Lannes e del VI corpo del maresciallo Ney avrebbe attaccato al centro per aprire il varco decisivo; la cavalleria al comando diretto del maresciallo Gioacchino Murat si sarebbe tenuta pronta sfruttare la breccia caricando subito dietro la fanteria. Di riserva sarebbe rimasta come al solito la Guardia imperiale, nonostante le rimostranze di questi soldati veterani raramente impiegati in battaglia dall'imperatore<ref>{{Cita|Chandler1993| pp. 62-63|Chandler 1993 |harv=s}}</ref>.
[[File:Bataille d'Iena.jpg|thumb|left|340px|Napoleone alla battaglia di Jena.]]
L'assalto generale della Grande Armata ebbe inizio alle ore 12.30; dopo un massiccio fuoco dei cannoni dell'artiglieria portata in prima linea per scuotere le linee nemiche, la fanteria francese attaccò in tutti i settori. Sulla sinistra il VII corpo del maresciallo Augereau combatté duri scontri per il possesso della strada per Weimar difesa dai reparti sassoni delle brigate Nehrdorf, Burgsdorf e Boguslawski. Dopo una serie di cariche di cavalleria dei dragoni del generale Dominique Klein, la divisione Heudelet attaccò con il 7°º reggimento leggero sulla sinistra e la divisione Desjardin avanzò sulla destra con il 16° leggero e il 14° e 44° di linea; sotto gli attacchi francesi i sassoni iniziarono a ripiegare, la divisione Heudelet travolse le brigate Boguslawski e Nehrdorf, e la ritirata si tramutò in rotta; la maggior parte delle truppe sassoni furono catturate<ref>{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| pp. 116-117|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>.
 
Nel frattempo sul fianco destro il IV corpo del maresciallo Soult riprese i suoi attacchi di aggiramento mentre il V del maresciallo Lannes, rinforzato dal 105°º reggimento di linea, e il VI corpo del maresciallo Ney, con le divisioni dei generali Marchand e [[Pierre-Louis Binet de Marcognet|Pierre-Louis Marcognet]], attaccarono al centro delle linee prussiane provocando il cedimento del nemico<ref>{{Cita|Chandler1993| p. 63|Chandler 1993 |harv=s}}</ref><ref>{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| pp. 114-116|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>; Il principe Hohenlohe, di fronte ai segni di un crollo, dovette ordinare un ripiegamento tra Gross Romstedt e Klein Romstedt; questa ritirata, dopo una fase iniziale in cui le truppe riuscirono a mantenere la coesione, si trasformò in fuga precipitosa dopo le ore 13.45 quando Napoleone diede ordine a Murat di sferrare il suo attacco con la cavalleria di riserva. Il maresciallo Murat, dopo aver raggruppato la cavalleria leggera del V, VI e VII corpo d'armata, i corazzieri del generale d'Hautpoul e i dragoni del generale Klein, caricò contro le truppe prussiane in ripiegamento, disorganizzando la ritirata e provocando il panico tra i soldati nemici. La maggior parte dei reparti prussiani, coperti dal reparto del colonnello Winkler che si batté bene a Gross Romstedt, fuggirono in rotta lungo la strada di Weimar inseguiti dalla cavalleria, mentre altri gruppi, completamente disorganizzati, riuscirono a ritirarsi verso Apolda, grazie anche alla resistenza del generale Tauntzien<ref>{{Cita|Chandler1993| pp. 63-64|Chandler 1993 |harv=s}}</ref>. Alle ore 14.30 lo schieramento del principe Hohenlohe era ormai distrutto e i soldati prussiani si ritiravano nella confusione come un "fiume di fuggiaschi"<ref name="G.Blond, p. 110">{{Cita|Blond1998| vol. I, p. 110|Blond 1998 |harv=s}}</ref>.
[[File:Chartier-Murat at Jena.jpg|thumb|right|290px|Il maresciallo [[Gioacchino Murat]] guida la sua cavalleria nell'attacco finale della battaglia.]]
Nel frattempo era finalmente arrivato sul campo di battaglia il contingente di 15.000 uomini del generale von Rüchel che dalle ore 13.30 si schierò, in posizione esposta e con i fianchi scoperti, tra Gross Romstedt e Kötschau. Il generale von Rüchel, avvertito fin dalle ore 09.00 dal principe Hohenlohe di muovere in direzione di Jena, aveva impiegato oltre cinque ore per completare il movimento. Le contraddittorie notizie provenienti da Jena avevano contribuito a rallentare la sua marcia; Hohenlohe infatti alle ore 10.30 aveva rassicurato il generale, mostrando ottimismo e dicendosi prossimo alla vittoria. Solo alle ore 12.00 il generale von Rüchel venne informato della situazione critica e dell'urgenza del suo aiuto; poco dopo giunse la notizia della sconfitta, mentre più tardi il generale ricevette nuovamente ordine di attaccare. Alle ore 14.30 il principe Hohenlohe raggiunse il generale von Rüchel e gli ordinò di contrattaccare per contrastare l'avanzata nemica e disimpegnare le truppe in ritirata. Quindi la fanteria francese vittoriosa alle ore 14.30 si trovò improvvisamente di fronte tra Gross Romstedt e Kötschau un compatto schieramento prussiano e dovette affrontare un nuovo combattimento<ref>{{Cita|Chandler1993| p. 64|Chandler 1993 |harv=s}}</ref>.
 
I prussiani del generale von Rüchel avanzarono in formazione da parata su due file verso Gross Romstedt ma furono subito bersagliati da un pesante fuoco di artiglieria dei francesi che avevano portato avanti le batterie a cavallo e stavano avvicinando le batterie a piedi; sotto il fuoco dei cannoni le perdite nelle file prussiane furono elevatissime. La posizione isolata del generale von Rüchel era molto pericolosa; ben presto la divisione del generale Saint-Hilaire del IV corpo d'armata iniziò ad aggirarla sul fianco settentrionale e la brigata del generale Vedel avanzò a sud per avvolgere l'ala destra nemica<ref>{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| pp. 118-120|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>. Frontalmente apparvero i soldati francesi del V corpo del maresciallo Lannes e del VI corpo del maresciallo Ney che passarono all'attacco. I prussiani furono subito in difficoltà e il generale von Rüchel, che venne ferito da un proiettile, fu costretto a sua volta ad ordinare la ritirata che, dopo un inizio ordinato, si tramutò in rotta sotto il fuoco dell'artiglieria francese e dopo l'intervento dei corazzieri di Murat<ref>{{Cita|Chandler1992| vol. I, pp. 598-600|Chandler 1992 |harv=s}}</ref>. Il reggimento Winning venne sbaragliato dal 1° corazzieri e il reggimento Wedell fu distrutto dall'assalto dei soldati del 105°º e del 4°º reggimento di linea<ref>{{Cita|ScalabrinoPierozzi2008| p. 120|ScalabrinoPierozzi 2008 |harv=s}}</ref>; lungo la strada di Weimar oltre 4.000 soldati furono catturati dai francesi.
 
Alle ore 15.00 gli eserciti prussiani di Hohenlohe e von Rüchel erano definitivamente frantumati e in fuga e Napoleone aveva raggiunto una vittoria totale<ref name="G.Lefebvre, Napoleone, p. 263"/><ref>{{Cita|Chandler1992| vol. I, p. 600|Chandler 1992 |harv=s}}</ref>. Durante l'inseguimento la cavalleria di Murat giunse alle ore 18.00 a Weimar dopo aver catturato lungo la strada altri 6.000 prigionieri, mentre un parte del VI corpo del maresciallo Ney e del IV corpo del maresciallo Soult raggiunse verso le ore 17.00 Apolda dove si congiunse con i reparti d'avanguardia del I corpo del maresciallo Bernadotte, provenienti da Dornburg<ref>{{Cita|Chandler1993| pp. 64-65|Chandler 1993 |harv=s}}</ref>.