Dalmasio Scannabecchi: differenze tra le versioni

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Dalmasio fu, con molta probabilità, ben collocato cronologicamente da Roberto Longhi nel suo catalogo per la mostra sul Trecento bolognese del 1950, come pittore attivo tra il 1350 e il 1570, indicato come probabile Dalmasio.<ref>Roberto Longhi - < Mostra della pittura del '300 bolognese >, Bologna: Rapporti/Reprint, 1950</ref> Questo atteggiamento vago e prudente del Longhi denota come fosse confusa e difficile da sciogliere la matassa per una corretta lettura del periodo, allora come oggi.
Imparentatosi con il pittore Simone di Filippo, meglio conosciuto come Simone "dei Crocifissi", i due cominciarono a collaborare dopo il matrimonio e, grazie all'ingrandimento della bottega, si ebbe un incremento del lavoro sia a Bologna che a Pistoia, città dove in quegli stessi anni Dalmasio si trasferì e, come si apprende dai Memoriali, nominò come suo procuratore a Bologna lo stesso Simone, il quale a sua volta, si giovò di tale incremento dovuto alla somma dei suoi clienti con quelli del cognato Dalmasio. Le botteghe funzionavano in questo modo a Bologna, erano botteghe sociali e si differenziavano da quelle toscane che invece erano di tipo gerarchico<ref>Roberto Eduardo de Simone - < Lippo di Dalmasio: Analisi materiale dei dipinti murali > Tesi di Laurea, Relatore Fabrizio Lollini; Università degli Studi di Bologna, pag. 46/47</ref>. E la bottega di Dalmasio e di Simone, possiamo oggi dedurre senza avere troppa paura di cadere in errore, era una delle più importanti in città in quegli anni e trovava una forte concorrenza nella bottega, sempre a conduzione familiare, di Nicolò di Giacomo e Iacopo di Paolo.
Coadiuvato da questa prolifica unione, Dalmasio riuscì a concentrarsi meglio sul lavoro a Pistoia dove sappiamo che nel 1359 viene pagato per dipingere e decorare gli sportelli di un tabernacolo marmoreo per la chiesa di San Giovanni Forcivitas.<ref>Raffaella Pini - < Il mondo dei pittori a Bologna 1348-1430 >, Bologna: Clueb, 2005</ref>