Gerolamo Ramorino: differenze tra le versioni

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|Attività = generale
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Girolamo Ramorino.jpg
}}
 
Combatté in [[Russia]] con [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. Nel [[1830]] ebbe un ruolo di comando nella [[Rivolta di Novembre|Grande Rivolta Polacca]], scoppiata il [[29 novembre]] [[1830]] a [[Varsavia]] e conclusa nell'ottobre [[1831]].
 
Partecipò all'[[Invasione della Savoia del 3 febbraio 1834|invasione della Savoia]] decisa da [[Giuseppe Mazzini]], nel [[1834]]. In seguito si trasferì a [[Parigi]].
 
Nel [[1848]] tornò in [[Italia]], e l'anno dopo, come generale di divisione dell'esercito piemontese, ricevette l'incarico di bloccare il passaggio del [[Gravellone]] da parte delle forze austriache.
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Forse a causa della scarsa precisione degli ordini, ritenne preferibile schierarsi alla destra del Po, per attirare i nemici a [[Voghera]].
 
Per questo venne chiamato traditore ed, insieme al [[Wojciech Chrzanowski|Chrzanowski]], gli venne attribuita la responsabilità per la disfatta di [[battaglia di Novara (1849)|Novara]]. Venne condannato dalla corte marziale e fucilato nella Piazza d'Armi di Torino (il luogo della città dove si svolgevano tutte le parate militari) il [[22 maggio]] [[1849]]. Chiese, ed ottenne, di essere lui stesso a comandare il plotone di esecuzione.
 
A lui è stata attribuita la celebre frase "La storia mi giustificherà".