Chiesa di Santa Croce (Pieve Ligure): differenze tra le versioni

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{{quote|Ut sis nobis in urbe praesidio|Lib II.Reg.C18.Y3. Iscrizione posta sulla facciata|}}
La '''Chiesa di Santa Croce''' è una [[chiesa]] [[cattolica]] innalzata sulla cima del [[Monte Santa Croce]] (518 metri s.l.m.), nel territorio del comune di [[Pieve Ligure]], in provincia di [[Genova]]. Dalla sua posizione elevata si gode di una vista unica che permette di vedere il paese sottostante, la grande città di [[Genova]] con tutta la [[Riviera ligure|riviera di Ponente]], una buona parte dell'[[Appennino Ligure]] e il [[mar Mediterraneo]], nel quale ogni tanto, in giornate particolarmente limpide, si scorge la [[Corsica]]. Il promontorio di [[Portofino]] chiude la visuale alla [[Riviera di Levante]].
 
==Storia, strutture e interni==
[[Image:Chiesa di santa croce pieve ligure.JPG|thumb|250px|right|Facciata della chiesa]]
In alcuni documenti del [[1200]] e del [[1300]] si possono trovare testimonianze del fatto che in cima al monte fosse stato costruito un ospedale o, a dir meglio, un ospizio per pellegrini. La sua posizione può sembrare piuttosto scomoda, visto che ora il centro del paese si trova sotto i 200 m s.l.m., ma bisogna tenere conto che fino al [[1600]], periodo delle ultime scorrerie dei [[pirati]], la maggior parte delle strade venivano costruite sulle alture. Si riesce quindi a comprendere la necessità di costruire ospizi così in alto. Ma la chiesa di Santa Croce venne eretta dopo l'ospizio. Il periodo preciso non si conosce, ma in un documento del [[16 marzo]] [[1748]], sicuramente molto successivo alla costruzione della chiesa, l'arciprete Peragallo scrisse «''vi è altra [[Cappella]] o Chiesa sotto il titolo di Santa Croce in un'altra cima di monte, Chiesa molto antica in cui si adora una Croce di marmo molto memorabile presso i circonvicini popoli''». A quando risalga la chiesa l'arciprete Peragallo non fu in grado di dirlo ma l'arciprete Rollino nelle sue Memorie scrive: "Dell'antichità di detta Cappella e della S. Croce ivi adorata non ho ritrovato alcun autentico documento, se non in quanto vi è di tradizione passata da padri in figlioli, ho inteso dai parrocchiani quivi essere adorata da tempi memorabili la S. Croce ed ancora essere stata ivi trovata con segni prodigiosi". Egli osserva poi: "Se noi confrontiamo tutti i dati relativi a S. Croce che possiamo concludere? Pare che l'unico modo di collegare e armonizzare tutto sia questo: sul monte era la via e l'ospizio che dalla [[Liguria]] e [[Lombardia]] si portavano in pellegrinaggio a [[Roma]], donde ritornavano ricchi di sacre [[Reliquie]], tra queste possono alcuni aver ricevuto una particella della S. Croce e, temendo di non poterla portare oltre senza pericolo di perderla, la nascosero sul monte in luogo sicuro, donde i custodi del romitorio l'avrebbero estratta e posta in venerazione. La Croce marmorea presenta un taglio di scalpello rimasto interrotto per cui si voleva forse conoscere l'interno contenuto". Ci sarebbe una soluzione più semplice. Sul monte, forse eretta in tempi antichissimi, venne innalzata una Croce, anche come punto di riferimento. Se tradizioni popolari di grazie ottenute confermerebbero il diffondersi del culto sul monte di Santa Croce è facile pensare a una successiva costruzione della chiesa.
 
Nella prima metà del secolo scorso il Monte S. Croce divenne anche il centro della devozione di Pieve Ligure e dei paesi vicini verso la [[Madonna della Guardia]]. Nel [[1823]] Paolo Migone collocò nel Santuario di S. Croce una statua della Madonna della Guardia. La statua, in marmo, si trova attualmente sopra la porta d'ingresso al Santuario. Essa fu donata dalla Sig. Paola Cavassa vedova Pallano. Il [[31 agosto]] [[1823]] fu inaugurato il nuovo altare con il pio simulacro. Le cronache dicono che si ebbe in quel giorno "gran devozione e ogni pompa possibile" e numerosissimo popolo. Da allora in poi il culto alla Madonna della Guardia a Pieve Ligure aumentò talmente che ormai la sua festa è la principale della Parrocchia. Nel [[1863]] venne costruito nella Cappella della chiesa un altare a [[Sant'Elena]], la madre dell'imperatore [[Costantino]]. Nel [[1913]] la statua in marmo veniva sostituita da un'altra belissima in legno opera di [[Antonio Canepa]], lo scultore cui si devono le statue venerate nel [[Santuario della Polcevera]], di Velva e nella cappella dei [[Giardini Vaticani]]. L'iniziativa dell'acquisto di essa partì da una signora Pievese residente in [[Stati Uniti d'America|America]] di nome Massone Fortunata.
[[Image:Chiesa di santa croce pieve ligure 2.JPG|thumb|left|250px|Veduta della chiesa con il campanile]] La adorazione della Madonna della Guardia portò una certa fortuna fra gli abitanti di Pieve che si erano rivolti a Lei nell' epidemia colerica del [[1911]] e, a differenza della vicina [[Sori]], non ebbe a registrare alcuna vittima, così pure nessuno dei soldati pievesi partecipanti alla [[guerra libica]] del [[1912]]-[[1913|13]] patì danni di sorta. La statua in legno giunse a Pieve la domenica [[15 dicembre]] [[1912]] ed ebbe un'accoglienza trionfale. Più tardi, per opera del Sig. Alfonso Fontana, da Roma Mons. Nazareno Marzolini provvedeva una corona per la Madonna ed una per il S. Bambino che furono benedette da S. Pio X. Troppo artistica e invitante alla devozione si rivelava questa statua perché i Pievesi si rassegnassero a vederla solo in alcune occasioni. Si decise perciò in seguito di trasportarla in Parrocchia e sull'altare del Santuario sul monte se ne espose un'altra uscita dai laboratori artistici di Val Gardena. Durante la seconda guerra mondiale si stabilì sul monte da parte dell'autorità militare un posto di avvistamento e la Chiesa venne perciò deturpata in varie sue parti. Finita la guerra da pochi giorni, il [[3 maggio]] [[1945]] l'Arciprete attuale, che da poco più di un anno era al governo della Parrocchia di Pieve, andò sul monte per la prima volta per celebrarvi la S. Messa in ringraziamento della protezione avuta in quegli anni, circondato da un stuolo numerosissimo di parrocchiani ed altre persone dei paesi vicini. Si decise in quel giorno di eseguire i restauri. Il pittore Carlo Biscaldi decorò anche l'interno del Santuario e la domenica [[30 settembre]] dello stesso anno s'inaugurarono i nuovi lavori. Nel [[1946]] si eresse la [[Via Crucis]] dal P. Francesco Ravera francescano e si espose la statua di Cristo risorto, dono dello scultore Innocenti, e in una lapide si ricordò il ricordo dei morti nella seconda guerra mondiale. Ma le intemperie deteriorarono più volte il tetto e i muri. Si fecero parziali riparazioni a varie riprese, però s'imponeva un lavoro radicale. Nel [[1962]] una Commissione, che ebbe ogni approvazione dall'Arciprete e la direzione costante del Curato D. Raffaele Tubino, il quale elargì anche molto del suo, annuncoò una nuova restaurazione. La chiesa restaurata fu inaugurata la domenica del [[13 ottobre]] [[1963]], anniversario della più significativa manifestazione della Madonna a [[Fatima]]. La Commissione continuò ancora il suo lavoro, assecondata dalla popolazione di Pieve e da tanti che contribuirono con l'opera, le offerte, la propaganda. Si abbellì il piazzale, si ricostruì il piccolo ospizio e si procurarono miglioramenti nella sacristia fino ad arrivare allo splendido risultato attuale.
 
== Collegamenti esterni ==