François-Antoine de Boissy d'Anglas: differenze tra le versioni

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Nato in una famiglia [[protestante]] a Saint-Jean-Chambre, compì gli studi giuridici per diventare, dopo alcune esperienze letterarie, avvocato al parlamento di [[Parigi]].
 
Nel [[1789]] fu eletto deputato agli [[Stati Generali]], con i voti dei rappresentanti del [[Terzo Stato]] del [[baliato]] di [[Annonay]] e fu uno dei membri a favore della proclamazione dell'[[Assemblea Nazionale Francese|Assemblea Nazionale]] del [[17 giugno]] [[1789]], approvando con alcuni discorsi, sia la [[presa della Bastiglia]] che la deportazione della famiglia reale a Parigi ([[ottobre]] 1789).
 
Rieletto alla [[Convenzione Nazionale]] dal dipartimento di [[Ardèche]] ([[1792]]), prese posizione a favore dei protestanti e delle persone di colore, pur da posizioni moderate; votò, assieme ai [[Girondini]] a favore della destituzione di [[Luigi XVI]] e per la messa in stato d'accusa di [[Jean-Paul Marat]].
 
Le sue posizioni politiche, oscillanti fra il gruppo dei Girondini e quello dei [[Montagnardi]], gli consentirono, dopo essere sfuggito agli arresti perpetrati agli stessi girondini il [[2 gennaio]] [[1793]], di entrare nel gruppo moderato del [[Marais]].
 
Dopo la caduta di [[Maximilien de Robespierre]] (9 [[termidoro]] anno II, [[27 luglio]] [[1794]]), si pose a capo dei moderati e fu eletto membro del [[Comitato di Salute Pubblica]]; promosse il decreto del 3 [[ventoso]] che istituiva la separazione tra Stato e Chiesa e la libertà di culto.
 
Fu presidente della Convenzione durante le sommosse popolari che si scatenarono tra il 12 [[germile]] e il 1 [[pratile]] del [[1795]] e fu contributore della redazione della Costituzione dell'anno III.
 
==Durante il Direttorio==
Nel [[settembre]] 1795 fu eletto al [[Consiglio dei Cinquecento]] da 72 dipartimenti, avvicinandosi al [[Club di Clichy]] e, dopo il colpo di stato del 18 [[fruttidoro]] ([[4 settembre]] [[1797]]) fu dichiarato fuorilegge ed esiliato sull'isola di [[Oléron]], riuscendo a sfuggire alla cattura ed a raggiungere l'[[Inghilterra]].
 
Rientrato in [[Francia]] dopo il [[Colpo di stato del 18 brumaio]] ([[9 novembre]] [[1799]]) e approfittando dell'amnistia, si avvicinò a [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e fu nominato nel [[1803]] al [[Tribunato]] di cui divenne presidente; l'anno seguente ritrovò il suo seggio al [[Senato]].
 
Nominato da Napoleone, conte d'[[Epiro]] nel [[1808]] fu responsabile per l'organizzazione della difesa dei dipartimenti occidentali, avvicinandosi a [[Luigi XVIII]], sia dopo la prima abdicazione di Napoleone, sia dopo la [[Battaglia di Waterloo]].
 
Nell'[[agosto]] [[1815]] fu nominato [[Parìa di Francia|Pari di Francia]]; ebbe un ruolo di pacificatore durante il ''Terrore Bianco'' del 1815 e difese la libertà degli [[ugonotti]] schirandosi a loro favore contro i cattolici.
 
Fu vicepresidente della Società biblica e membro del concistoro della [[Chiesa riformata di Francia]].
 
==Pubblicazioni==
* Saggio sulla vita di [[Chrétien-Guillaume de Lamoignon de Malesherbes|Malesherbes]] ([[1819]]);
* Studi letterari e poetici di un vecchio ([[1825]]).
 
== Bibliografia ==