Valle di Scalve: differenze tra le versioni

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==Accesso==
La Valle di Scalve è interamente percorsa dalla [[Strada statale 294 della Valle di Scalve]], che parte da [[Darfo Boario Terme]], in [[Val Camonica]], e risale il corso del fiume [[Dezzo]] fino ad arrivare al [[Passo del Vivione]], che la mette in comunicazione con il comune di [[Paisco Loveno]], situato in un'altra valle laterale della [[Val Camonica]]; di questa strada è particolarmente notevole la cosiddetta ''Via Mala bergamasca'', ovvero un tratto di circa 8 chilometri (fra [[Angolo Terme]] e la località Dezzo di Scalve) in cui essa è stata scavata nella viva roccia di una forra, percorsa da un impetuoso torrente e serrata tra due pareti rocciose dalle quali scendono numerose cascate.
 
Alla valle si accede anche da [[Borno]] (SP 59, che porta nuovamente in Val Camonica) e dal [[Passo della Presolana]] ([[Strada statale 671 della Val Seriana|SS 671]], che porta in [[Val Seriana]] e che costituisce la via più rapida per [[Bergamo]]).
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==Storia==
La valle venne colonizzata anticamente dagli [[antichi Camuni]]<ref name="scalve">{{cita web|http://www.scalve.it/Strade.htm|Storia della Val di Scalve|13-08-2008}}</ref>, dai quali deriva l'attuale nome.
 
Come asserito infatti da studiosi quali Daniele Raineri e Michele Grammatica, il termine Scalve deriverebbe dal celtico ''Skalf'', traducibile in fessura, caratteristica riconducibile alla natura della valle stessa che si presenta, a chi risale dalla valle Camonica tramite il corso del torrente Dezzo, come un'angusta fessura tra i monti. A suffragare tale ipotesi vi è il dialetto locale, nel quale la valle è detta ''Al de Scalf''<ref>{{cita libro|cognome=Bonaldi |nome=Ettore |titolo= Antica repubblica di Scalve|anno=[[1982]] |editore=Cesare Ferrari |città=[[Clusone]]|pagine=19}}</ref>.
 
Dai romani era conosciuta come ''Vallis Decia'' (nome derivante dal torrente che la solca, il Dezzo, che nella parlata locale viene chiamato ''Decc'') e veniva sfruttata per le numerose miniere di ferro<ref name="scalve"> </ref>.
 
I secoli successivi videro la zona passare sotto il controllo del [[Sacro Romano Impero]] guidato da [[Carlo Magno]], che donò l’intera zona ai monaci di [[Tours]].
 
La Val di Scalve storicamente fu [[guelfa]] grazie a due nobili famiglie locali: i [[Capitanei]] e gli [[Albrici]].<ref>{{cita libro|cognome=Goldaniga |nome=Giacomo |titolo= La secolare contesa del Monte Negrino tra Scalvini e Bornesi |anno=[[1989]] |editore=M. Quetti |città=[[Artogne]]|pagine=30}}</ref>
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La Comunità di Scalve aveva due consigli, quello Generale e quello di Credenza, più tutte le [[vicinie]] dei vari abitati.
 
Nel [[1372]] vennero stilati per ordine dei [[Visconti]] di [[Milano]] degli statuti di valle. <ref name="scalve"> </ref>
 
[[ImmagineFile:Pizzo Camino e Monte Sossino.jpg|300px|thumb|right|La valle in prossimità di Schilpario. Sullo sfondo il Monte Sossino e il [[Pizzo Camino]].]]
 
Nel [[1428]] la Comunità di Scalve chiese ed ottenne l'annessione alla [[Repubblica di Venezia]]. Per questo ottenne come ricompensa una grande autonomia amministrativa e l'esenzione dalla milizia.<ref name="scalve"> </ref>
 
Nel [[1586]] si riporta che la valle fosse abitata da 13.000 "anime" in 778 famiglie (fuochi), ma le cifre si ritengono gonfiate. <ref name="scalve"> </ref>
 
Soltanto nel [[1797]], con la fine della Serenissima e l’avvento della [[Repubblica Cisalpina]], la comunità venne di fatto smembrata, ed i borghi principali acquisirono la propria autonomia comunale.
Successive modifiche, operate dai vari regimi che si susseguivano nella valle, cambiarono i confini territoriali, ma non intaccarono l’autonomia comunale dei paesi.
 
Nel [[1858]] si contavano circa 4000 abitanti. <ref name="scalve"> </ref>
 
In epoca recente la prosperità della zona fu garantita dalle sopra citate miniere (le ultime furono chiuse negli [[anni 1960|anni sessanta]] del [[XX secolo]] e sono oggi visitabili dai turisti): basti dire che nel [[1586]] la popolazione della ''Comunità grande di Scalve'' era stimata in 13000 persone, ovvero oltre il doppio di quella attuale.
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==Cultura==
===Folklore===
Esistono leggende con riferimento ad epoche lontane, che narrano di una battaglia che vide la sconfitta del popolo degli Alani ad opera dei [[Romani]] (o in un'altra versione per mano di [[Carlo Magno]]) nella zona della [[Presolana]].
Si racconta che fu un’immensa carneficina, tanto che alla valle in cui accaddero questi scontri, prima chiamata Valle Decia, venne cambiato nome in Calve (l'attuale Valle di Scalve) a causa ''della calvarie d'ossa spolpate avanzate al grande macello''.
 
Si tratta di storie narrate oralmente, che difficilmente possono trovare riscontri in documenti, ma permettono di capire l'importanza che la valle di Scalve aveva già nell'antichità, per via dell'abbondanza dei suoi giacimenti di [[ferro]].
 
==Note==
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|lingua = italiano
|pagine = 111
|capitolo = L'antica comunità di Val di Scalve
|ISBN = ISBN 978-88-91111-70-8
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{{Portale|Bergamo|Lombardia}}
 
[[categoriaCategoria:Valli delle Orobie|Scalve, valle]]
[[Categoria:Valli della provincia di Bergamo|Scalve, di]]