FERT (motto): differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Lesser_coat_of_arms_of_the_Kingdom_of_Italy_(1929-1943).svg|right|thumb|200px|[[Stemma del Regno d'Italia|Emblema del regno]], usato dal 1929 al 1943. Il [[Ordine Supremo della Santissima Annunziata|collare dell'Annunziata]] e il motto FERT sono ben evidenti]]
[[ImmagineFile:1915-Vittorio-Emanuele-III-e-famiglia.jpg|right|thumb|200px|Vittorio Emanuele III con la famiglia in una cartolina del 1915 sullo sfondo il motto FERT ricorre più volte]]
'''FERT''' (A volte scritto ''FERT, FERT, FERT'') è il motto di [[Casa Savoia]], del [[Regno di Sardegna]] e del [[Regno d'Italia]], adottato da [[Amedeo VI di Savoia|Amedeo VI]] ([[1334]] – [[1383]]) e presente in incuso nella monetazione in oro e in argento.
 
==Origine e significato==
Il motto comparve per la prima volta sul collare dell'[[Ordine Supremo della Santissima Annunziata|Ordine del Collare]], un ordine cavalleresco fondato da Amedeo VI di Savoia nel [[1364]] e divenuto, sotto [[Carlo III di Savoia|Carlo "il buono"]] ([[1486]] - [[1553]]), [[Ordine Supremo della Santissima Annunziata|Ordine (religioso-militare) della SS. Annunziata]]. Nel corso degli anni molte sono state le interpretazioni di questo motto (evidentemente né [[Amedeo VI di Savoia]] né [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]] né [[Carlo III di Savoia|Carlo ''il buono'']] hanno lasciato alcun documento ufficiale che attesti inequivocabilmente le loro intenzioni). Secondo alcuni studiosi essendosi perso il significato originario sarebbe ormai impossibile risalirvi.<ref>{{Cita|Padiglione|pp. 5-6}}</ref>
 
Ecco un elenco delle interpretazioni più note:
* la versione che ebbe negli anni passati più successo fu quella che riteneva il FERT acronimo di {{maiuscoletto|Fortitudo Eius Rhodum Tenuit}} (in [[lingua latina|latino]] ''La sua forza preservò Rodi''). Questa versione, riportata da [[Francesco Sansovino]] e da alcune cronache manoscritte, si riferirebbe ad un episodio leggendario secondo cui un Amedeo di Savoia si recò a [[Rodi]] per liberarla dall'assedio dei [[Selgiuchidi|turchi]] riuscendo nell'impresa. Alcune cronache accreditano l'impresa ad [[Amedeo IV di Savoia|Amedeo IV]] altri ad [[Amedeo V di Savoia|Amedeo V]] attribuendo anche a quest'ultimo un fatto d'arme avvenuto ad [[Acri (Israele)|Acri]]. In realtà l'isola passò ai [[Cavalieri Ospitalieri]], che la tolsero ai [[bizantini]], due secoli dopo gli eventi narrati ed inoltre nessun conte di Savoia si recò mai a Rodi, per cui tutto il racconto non ha base storica.<ref>{{Cita|Padiglione|p. 7}}</ref> Oltretutto questa impresa non viene neanche citata negli statuti originali dell'Ordine dell'Annunziata che certo vi avrebbero fatto cenno se realmente accaduta.<ref>{{Cita|Padiglione|p. 11}}</ref>
* {{maiuscoletto|Fert}}, terza persona singolare del presente indicativo del verbo irregolare latino ''fero, fers, tuli, latum, ferre'', che nella sua accezione più ampia significa “portare”, ma ne esiste pure una accezione con il significato italiano di “sopportare”, il che farebbe pensare ad una esortazione ai membri della famiglia ed ai successori, di affrontare le vicissitudini cui è sottoposta una Casa regnante con spirito di sopportazione. Questa interpretazione è coerente con lo spirito sia dell<nowiki>'</nowiki>''[[Ordine Supremo della Santissima Annunziata|Ordine Cavalleresco del Collare]]'', il cui motto iniziale fu proprio FERT che, unito al [[nodo di Savoia]], stava ad indicare la devozione [[Maria (madre di Gesù)|mariana]] che era uno dei tratti principali di quello che diverrà l'''Ordine religioso-militare della SS. Annunziata'', infatti i suoi membri erano esortati a sopportare le prove in onore e devozione alla [[Parusia|Santissima Annunziata]]; questa tesi fu sostenuta da [[Luigi Cibrario]] mentre Dino Muratori sosteneva che il motto inizialmente non avesse legami con l'ordine potendo essere stato anche anteriore ad esso, ma sempre legato al nodo.<ref>{{Cita|Gentile|p. 205}}</ref>
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Le altre interpretazioni lo vedono come acronimo:
* {{maiuscoletto|Fortitudo Et Robur Taurinensis}} (''forza e robustezza torinese''). Quest'acronimo ha tuttavia il difetto che in latino ''fortitudo'' e ''robur'' (= quercia, antonomasia di forza e/o robustezza) sono pressoché sinonimi. Il riferimento a Torino attesterebbe il definitivo attaccamento della Casa Savoia alla città di Torino (non si deve dimenticare che le origini della Casa sono oltralpe).
* {{maiuscoletto|Fors Eius Romam Tenuabit}} (''la sua forza distruggerà Roma''). Questo acronimo può essere riferito ad un episodio accaduto ai princìpi della nobilitazione della casa Savoia, quando il leggendario Umberto detto "il Biancamano" si vide costretto a ricevere l'investitura feudale dall'imperatore del Sacro romano Impero a seguito del rifiuto della santa sede. Trattasi di un'interpretazione fornita da alcuni studiosi dell'italica casata; questo motto è però patrocinio di una potente loggia massonica in funzione antiunitaria.
* {{maiuscoletto|Foedere Et Religione Tenemur}} (''la pace e la religione ci tengono uniti'').
* {{maiuscoletto|Fides Est Regni Tutela}} (''la fede è la protezione del Regno'').
Secondo queste due ultime interpretazioni la [[Casa Savoia]] si dichiarerebbe sostenitrice della religione, con evidente riferimento alla teoria secondo la quale il diritto al potere terreno del Re proviene dalla volontà divina.
 
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Esiste anche una interpretazione satirica, riportata qui per pura curiosità in quanto non può ovviamente essere l’interpretazione di chi ha inserito l’impresa nello stemma:
* {{maiuscoletto|Fœmina Erit Ruina Tua}} (''la donna sarà la tua rovina''). Con questo sviluppo dell’acronimo un anonimo “[[Pasquino]]” torinese volle probabilmente far riferimento al [[matrimonio morganatico]] di [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]], vedovo di Anna d’Orlèans, con l’antica fiamma Anna Carlotta Teresa Canalis di Cumiana, vedova del Conte Novarina, divenuta Marchesa di Spigno. In effetti questa signora deve aver giocato un ruolo non proprio secondario nei guai di Vittorio Amedeo II se, dopo il tentativo di quest’ultimo di revocare l’abdicazione a favore del figlio [[Carlo Emanuele III di Savoia|Carlo Emanuele III]], avvenuta un anno prima circa ([[3 settembre]] [[1730]]), e di reinsediarsi sul trono, venne arrestata, separata dal marito e rinchiusa in un carcere per prostitute in quel di Ceva. Solo due mesi dopo le fu permesso di tornare presso il marito, quasi prigioniero nel castello di [[Moncalieri]] ove il [[30 ottobre]] [[1732]] morì. La marchesa di Spigno si ritirò quindi in convento.
 
==Note==