Questione romana: differenze tra le versioni
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La "'''questione romana'''" è la controversia relativa al ruolo di [[Roma]], sede del [[potere temporale del papa|potere temporale ]] del [[Pio IX|Papa]] ma, al tempo stesso, capitale d'[[Regno d'Italia|Italia]].
== Il neonato Regno d'Italia ==
Il
Roma era tuttavia protetta da [[Napoleone III]] che, al contempo, era il principale alleato e protettore del giovane Regno d'Italia. Il
La "questione romana", comunque, non si limitava al solo problema dell'annessione territoriale di Roma, ma chiamava in causa il complesso tema delle relazioni tra [[Chiesa cattolica]] e Regno d'Italia: già gravemente compromesse dalla permanente opposizione al [[Risorgimento]], manifestata da [[Pio IX]] a partire dal [[1849]].
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* fuori dall'Italia: tutta la vita della Chiesa fu condizionata nella seconda metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] dalla "questione romana" e dalla necessità di trovare modi e strumenti che garantissero piena libertà al papa.
D'altra parte, lo Stato perseguì una politica particolarmente restrittiva che incideva soprattutto sui beni ecclesiastici.
In particolare, con l'emanazione delle cosiddette [[eversione dell'asse ecclesiastico|leggi eversive]] (legge n. 3036 del
== Dopo porta Pia ==
[[File:Breccia di Porta Pia.jpg|thumb|250px|Breccia di Porta Pia]]
Nel [[1870]], alcune settimane dopo la caduta di [[Napoleone III]] ([[battaglia di Sedan]] del
Il
Il [[Papa]] (all'epoca [[Papa Pio IX|Pio IX]]), secondo la suddetta legge, diventava suddito dello Stato Italiano, pur potendo godere di una serie di privilegi rispetto agli altri cittadini. Tuttavia il Pontefice non volle mai accettare una legge unilaterale (fu compilata, infatti, su iniziativa del solo Stato italiano) e, a suo parere, eversiva. Rinunciò, inoltre, alla dotazione annua, fissata in lire 3.225.000.
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Dal [[1871]], sia [[Pio IX]] sia i suoi successori, non uscirono dai [[Palazzi Vaticani]] in segno di protesta, che si protrasse per quasi sessant'anni, fino alla stipula dei [[Patti Lateranensi]] nel [[1929]].
Nonostante l'offerta delle Legge delle Guarentigie, i segnali del governo non erano sempre di distensione e di pacificazione. Nel giugno del [[1873]] il governo estese anche a Roma le leggi [[anticlericalismo|anticlericali]] ([[leggi Siccardi]] e successive) e [[1875|due anni dopo]] impose pure al clero l'obbligo del [[Servizio militare di leva in Italia|servizio militare]].<ref>M. Guasco, ''Storia del clero in Italia dall'Ottocento a oggi'', Bari 1997, p. 79</ref>
Pio IX nel [[1874]] e [[Leone XIII]] ingiunsero ai cattolici italiani di non recarsi alle urne e con il famoso '' [[non expedit]]'' (in italiano "non conviene", "non è opportuno") prescrissero (per più di trent'anni) di evitare la partecipazione attiva alla vita politica del paese.
I pontificati di [[papa Pio X|Pio X]], di [[papa Benedetto XV|Benedetto XV]] e di [[papa Pio XI|Pio XI]] (nei primi tre decenni del [[XX secolo]]) videro, invece, una lenta distensione di rapporti ed un graduale riavvicinamento con lo stato italiano. L'affermazione dei socialisti favorì, inoltre, l'alleanza tra cattolici e liberali moderati ([[Giovanni Giolitti|Giolitti]]) in molte elezioni amministrative, alleanza detta ''clerico-moderatismo''. Segno di questi mutamenti è la lettera enciclica del [[1904]] ''[[Il fermo proposito]]''
== La lenta risoluzione dei contrasti ==
[[File:BrecciaPortaPia.jpg|thumb|250px|Breccia di Porta Pia]]
Immediatamente dopo la fine della [[Prima guerra mondiale]] vi furono i primi contatti fra Santa Sede e Regno d'Italia per porre fine all'annosa controversia con una presa di contatto fra [[monsignor]] [[Bonaventura Ceretti]] e il primo ministro [[Vittorio Emanuele Orlando]]. Alla morte di [[Benedetto XV]] per la prima volta in tutta Italia le bandiere sono poste a mezz'asta.
Una decisa apertura nei confronti della Chiesa avvenne all'indomani della [[Marcia su Roma]] con l'introduzione della [[religione cattolica]] nelle scuole, con funzione di ''ancella della [[filosofia]]'' ([[1923]]) e l'autorizzazione ad appendere il [[crocifisso]] nelle aule. Già nel gennaio [[1923]] si aprirono delle trattative segrete con un incontro tra [[Benito Mussolini]] e il [[cardinal Segretario di Stato]] [[Pietro Gasparri]].
A partire dall'agosto [[1926]] una serie di incontri riservati, inizialmente ufficiosi, tra il [[consigliere di Stato]] [[Domenico Barone]], negoziatore per lo stato italiano, e l'avvocato [[Francesco Pacelli]] (fratello maggiore di [[Eugenio Pacelli|Eugenio]], futuro [[Pio XII]]) delegato per la Chiesa cattolica, portarono agli accordi che sarebbero stati formalizzati con i [[Patti Lateranensi]]. Alla morte prematura di Barone (
<ref>Vedi: Giacomo de Antonellis, ''La diplomazia segreta del Concordato'' in ''Storia Illustrata'', Numero speciale ''1929 : 50 anni fa nel mondo'', n. 262, Settembre 1979, pp. 30-38.</ref>
La "questione romana" si poté dire definitivamente conclusa, quindi, nel [[1929]] con la stipula dei Patti Lateranensi, sottoscritti l'
I Patti Lateranensi sono richiamati anche nell'articolo 7
<ref>«Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.»</ref>
della [[Costituzione della Repubblica Italiana]], approvato in sede costituente grazie al voto favorevole espresso dai rappresentanti del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] a seguito di una precisa scelta politica di [[Palmiro Togliatti]].
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* [[Carlo Cardia]], ''Principi di Diritto Ecclesiastico'', [[Giappichelli Editore]], [[Torino]].
* [[Federico Chabod]], ''L'idea di Roma'', in ''Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896'', [[Bari]], [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], 1951, pp. 179-323.
* [[Hercule De Sauclières]], ''Il Risorgimento contro la Chiesa e il Sud. Intrighi, crimini e menzogne dei piemontesi''. Controcorrente, Napoli, 2003. ISBN 978-88-89015-03-2
* [[Arturo Carlo Jemolo]], ''Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni'', [[Torino]] 1948
* [[Giacomo Martina]], ''Pio IX (1851-1866)'', [[Roma]] 1986, pp. 85-152
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