Gazzetta di Mantova: differenze tra le versioni

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Tale prima copia del foglio, che all'epoca aveva cadenza settimanale e si chiamava ''Aviso'', risale infatti al giugno di quello stesso anno ed era edito ad opera degli stampatori ufficiali di corte [[Gonzaga]], Federico, Pietro e Guglielmo Osanna. A quel tempo il [[Ducato (feudo)|ducato]] era governato da [[Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers|Carlo II di Gonzaga Nevers]] e la pubblicazione evitava di trattare ogni evento che in qualche modo potesse coinvolgere ciò che era la [[politica]] di corte; bensì si limitava a riferire principalmente di notizie cittadine, solennità religiose, visite da parte di regnanti e importanti personalità, eventi riguardanti i notabili locali e particolare attenzione era dedicata agli avvenimenti militari; tanto che i suoi resoconti sono stati fonte molto preziosa per ricostruire le varie guerre di successione e per completare, se non spesso correggere, ciò che veniva raccontato nelle cronache libresche relative a quei medesimi fatti storici.
 
La sua frequenza di uscita fu comunque mutevole fino alla data del [[1 gennaio]] [[1866]], quando assunse la sua definitiva caratteristica di pubblicazione quotidiana.<br />
Nei secoli, diverse furono anche le variazioni a cui fu sottoposta la sua [[Testata giornalistica|testata]]. In principio assunse i nomi di ''Foglio di notizie su Mantova'' o ''Foglietti'' o ''Avisi'' e, tra gli anni [[1741]] e [[1759]], venne modificata in ''Ragguagli universali d'Europa e d'altri luoghi''. Una prima documentata apparizione dell'intestazione odierna avviene in un supplemento del [[12 agosto]] [[1705]] riportante la dicitura ''Supplimento della Gazzetta di Mantova''.<br />
Il passaggio, nel [[1707]], delle sorti del ducato dalle mani dei Gonzaga e quelle degli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] non si rivelò particolarmente traumatico per il giornale. Al tempo, i nuovi governanti [[austria]]ci non interferivano molto con ciò che veniva stampato. Sono gli anni in cui la pubblicazione venne diretta da Alberto Pazzoni fino al [[1737]], quando l'incarico passò a Giuseppe Ferrari, che a sua volta lo cedette al figlio Salvatore nel [[1781]].
 
Al contrario, il periodo dell'avvento della dominazione [[Francia|francese]], dopo l'[[Assedio di Mantova]] del [[2 febbraio]] [[1797]], ebbe conseguenze più pesanti, oltre a fare assumere alla linea editoriale del foglio un tenore vagamente [[Giacobinismo|filogiacobino]]. Nel [[1807]] la rivista, la cui periodicità fino ad allora non aveva scadenze fisse, diventa ufficialmente un bisettimanale; nel medesimo anno in cui, il [[3 gennaio]] 1807, arriva la denominazione definitiva, tuttora usata, di ''Gazzetta di Mantova''. Eccezion fatta per il breve periodo, sempre sotto il dominio [[Napoleone|napoleonico]] sulla città, durante il quale al giornale fu imposto di autorità di cambiare nome, prima in quello di ''Gazzetta del [[Mincio]]'' e successivamente in quello di ''Giornale del dipartimento del Mincio'' (per adeguarsi alla politica degli [[arrondissement francesi]]).<br />
Con il ritorno a [[Mantova]] e la [[restaurazione]] degli Asburgo però, dal [[7 febbraio]] [[1816]], venne reintegrata la testata tradizionale. Il giornale naturalmente dovette mutare la propria politica moderatamente filofrancese per assumerne un'altrettanto moderatamente filoaustricante, anche se velate e sommesse simpatie si rivolgevano in favore del crescente anelito all'italianità che caratterizzò il periodo delle [[Guerre di indipendenza italiane|guerre di indipendenza]]. Proprio nel momento storico segnato dalle tragiche vicende dei [[Martiri di Belfiore]] la ''Gazzetta'' cercò, mantenendo sempre un atteggiamento di grande cautela per passare, senza ritorsioni, le severissime maglie della [[censura]] austriaca, di incarnare il sogno di indipendenza e di orgoglio nazionale italiano.
 
Quando, nel [[1866]], Mantova viene annessa al [[Regno d'Italia]], la voce del giornale assunse un orientamento di tipo liberal-progressista moderato. Sono gli anni in cui viene diretta da eminenti personalità del panorama culturale e politico nazionale, figure come il grande storico e giornalista [[Alessandro Luzio]], che la guidò tra gli anni [[1882]] e [[1893]], o l'economista [[Salvatore Cognetti de Martiis]].
 
Il quotidiano, che dal 7 febbraio 1816 continua ad essere stampato ininterrottamente nella sua testata tradizionale, viene temporaneamente a cessare solo il [[1 gennaio]] [[1920]]. Infatti, come ogni altro organo di stampa indipendente dell'epoca, sotto la [[dittatura]] [[fascista]] viene chiuso, così come [[La Provincia di Mantova]] e il solo quotidiano di Mantova ammesso, avente una linea prima [[nazionalismo|nazionalista]] poi fascista, diviene ''[[La Voce di Mantova]]''. Con la fine del [[ventennio fascista]] e la restaurazione democratica, il [[21 luglio]] [[1946]], la ''Gazzetta'' può riprendere la propria pubblicazione quotidiana, prima come organo del [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]], poi, con l'antica testata, come giornale locale, libero e indipendente. La sua prima società editrice del dopoguerra è la CITEM, ovvero la ''Cooperativa Industriale Editrice Mantovana'', che tale rimane fino al [[1981]] quando la [[Arnoldo Mondadori Editore]] rileva la testata mantenendo la CITEM quale società stampatrice.
 
Negli anni successivi la ''Gazzetta'' assume il formato di tipo [[tabloid]] e la sua società diventa fondatrice di nuove testate locali quali la [[Gazzetta di Modena]], la Gazzetta di Carpi, la [[Gazzetta di Reggio]] (quest'ultima rifondata) e [[la Nuova Ferrara]].
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== Diffusione ==
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