Governo Dini: differenze tra le versioni

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== Eventi ==
* [[13 gennaio]] [[1995]]. Dopo la frantumazione della maggioranza che sosteneva il [[governo Berlusconi I|governo Berlusconi]] e le dimissioni di quest'ultimo, il Presidente della Repubblica [[Oscar Luigi Scalfaro]] annuncia di voler affidare all'ex Ministro del Tesoro [[Lamberto Dini]] l'incarico di guidare il nuovo esecutivo.
* [[16 gennaio]] [[1995]]. Dini annuncia la lista dei ministri. Due di loro, [[Gaetano Rasi]], al Commercio estero e [[Antonio Marzano]], ai Trasporti, rinunciano all'incarico [http://archiviostorico.corriere.it/1995/gennaio/18/Rasi_Marzano_destra_due_grazie_co_0_950118115.shtml].
* [[17 gennaio]] [[1995]]. Avviene il giuramento del nuovo Capo del Governo e dei ministri; otto giorni dopo la compagine ottiene la fiducia alla Camera con 302 sì ([[centrosinistra]] più [[Lega Nord]]), 39 no ([[Rifondazione Comunista]]) e 270 astensioni ([[Polo delle Libertà]]).
* [[3 febbraio]] [[1995]]. [[Romano Prodi]] annuncia di volersi candidare alle successive elezioni e auspica la creazione di una grande coalizione di [[centrosinistra]].
* [[23 aprile]] [[1995]]. [[Elezioni regionali del 1995|Elezioni regionali]]: vince lo schieramento di centrosinistra (che conquista 9 regioni e il 48,6 % dei voti) mentre esce sconfitto il favorito [[centrodestra]] (6 regioni e 40,7 % dei consensi); la solitaria Lega ottiene il 6,4 %.
* [[11 maggio]] [[1995]]. Con toni asperrimi e drammatici, il Ministro della Giustizia [[Filippo Mancuso]] parlando al Senato punta il dito contro i metodi utilizzati nell'inchiesta [[Mani Pulite]] e chiede che venga avviata un'azione disciplinare contro i magistrati che ne hanno fatto parte.
* [[11 giugno]] [[1995]]. Si vota su 11 referendum: nel più importante dei quali, quello che chiedeva la revisione della [[legge Mammì]], la vittoria del no sancisce la vittoria della posizione assunta da [[Forza Italia]].
* [[24 giugno]] [[1995]]. A [[Cannes]] [[Gerardo Bianco]] e [[Rocco Buttiglione]] sanciscono la scissione all'interno del [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare]]: il primo, favorevole all'alleanza con la [[sinistra (politica)|sinistra]], ottiene lo storico nome (PPI) e continua a sostenere il governo; il secondo invece, che ha formato un accordo elettorale con [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], si prende il simbolo e passa all'opposizione.
* [[26 giugno]] [[1995]]. La polemica sulla posizione da assumere nei confronti di "Mani Pulite" divide il Presidente del Consiglio e il Guardiasigilli.
* [[4 agosto]] [[1995]]. I due rami del Parlamento approvano la riforma del sistema previdenziale: alla Camera i sì sono 266 ([[Progressisti]], leghisti, popolari e [[Cristiani Democratici Uniti]]); i no 92 (comunisti e [[Alleanza Nazionale]]); gli astenuti 125 (forzisti e [[Centro Cristiano Democratico]]).
* [[15 settembre]] [[1995]]. Dibattito alla Camera sulla legge inerente all'immigrazione: il Polo vorrebbe inasprire la [[legge Martelli]] mentre i Progressisti si oppongono all'espulsione degli immigrati; si stempera così il clima di disgelo tra destra e sinistra, aperto dall'ospitata di [[Gianfranco Fini|Fini]] alla [[Festa dell'Unità]] di [[Bologna]].
* [[19 ottobre]] [[1995]]. Il Senato approva una mozione di sfiducia individuale nei confronti del Ministro Mancuso presentata da tutto lo schieramento che sostiene l'esecutivo e avallata dal presidente Dini, che assume ad interim il Ministero della Giustizia.
* [[7 dicembre]] [[1995]]. Passa alla Camera una mozione che indice le prossime elezioni a fine aprile; rimane isolata Forza Italia che aveva proposto febbraio.
* [[15 dicembre]] [[1995]]. Non passa una mozione di sfiducia presentata alla Camera da Forza Italia ed anzi il governo si vede approvati due maxiemendamenti nella manovra finanziaria. I parlamentari azzurri tuttavia presentano un'ulteriore mozione di sfiducia in vista della seduta del 18 dicembre.
* [[18 dicembre]] [[1995]]. Il governo rinuncia al voto di fiducia e Dini invita i parlamentari a votare compattamente la Finanziaria, promettendo di dimettersi il 31 dicembre. La manovra otterrà il disco verde.
* [[30 dicembre]] [[1995]]. Scalfaro rifiuta le dimissioni del Capo del Governo e lo invita a presentarsi alle Camere.
* [[11 gennaio]] [[1996]]. Lamberto Dini consegna nelle mani del Capo dello Stato le dimissioni, stavolta irrevocabili, dell'esecutivo.
 
==Note==