John Barclay (poeta): differenze tra le versioni

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<br />Giovanni Barclays nacque il [[28 gennaio]] [[1582]] a [[Pont-à-Mousson]], un villaggio della [[Lorena (regione francese)|Lorena]], in [[Francia]].
Fu uno scrittore satirico e poeta in Latino di origine franco-scozzese trapiantato a [[Roma]], in [[Italia]], dove morì il [[15 agosto]] [[1621]].
<br />Fu sepolto nella [[Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo|Chiesa di Sant'Onofrio]].
 
== Biografia ==
Giovanni Barclays, alias John Barclays, era figlio di Guglielmo, appartenente alla piccola nobiltà scozzese di fede cattolica, il quale non avendo risorse adeguate al suo rango mise a frutto la sua laurea in legge. Il padre di Giovanni per sfuggire al clima persecutorio cui erano fatti oggetto i cattolici sotto il regno di [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]] si rifugiò in [[Francia]] a [[Pont-à-Mousson]], in [[Lorena (regione francese)|Lorena]], dove sposò, non dopo aver dovuto provare la sua origine nobile, un'appartenente alla famiglia della piccola nobiltà locale dei Malleville.
 
Dal matrimonio nacque Giovanni, che il padre avrebbe voluto indirizzare alla carriera di [[magistrato]] affidandolo alle cure dei [[Gesuiti]] perché lo istruissero nelle lettere a tale fine. Ma il giovane si sentiva attratto dalla letteratura. A diciannove anni scrisse un commentario sulle ''"Thebais" di Statius''.
 
Nel [[1603]], alla morte di Elisabetta I, la famigliola tornò in [[Inghilterra]] dove fu bene accolta alla corte di Re [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo VI di Scozia e I d'Inghilterra]] e reintegrata nei suoi beni. Il giovane John, in ringraziamento, gli dedicò un carme in latino intitolato “''Sentenziarumque splendorem illuminatum”'' gonfio di retorica, senza per questo rinunciare alla sua nazionalità scozzese.
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Nel [[1605]] a Parigi apparve una seconda edizione del ''Satyricon'' di Giovanni Barclays.
 
Tornato nel [[1606]], con la moglie francese, in [[Inghilterra]] fu accolto ancora benevolmente da Re [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo VI di Scozia e I d'Inghilterra]] di cui divenne amico non senza mettere in pericolo in tal modo la sua reputazione di cattolico pubblicando a Londra un pamphlet polemico intitolato ''Funiculus triplex et cunniculus triplex''. Nello stesso periodo pubblicò una collezione di poemi latini sotto il nome di ''Sylvae''.
Pubblicò la prima parte di ''Euphormionis Satyricon'' di cui la seconda parte vedrà la luce a Parigi negli anni successivi.
 
Morto il padre nel [[1608]], Giovanni si sentì libero di seguire la sua vocazione letteraria e compose una satira moraleggiante contro la corruzione delle corti cattoliche di cui aveva fatto esperienza. In essa riversò tutto il sarcasmo e l’acrimonia di cui era capace in uno stile ampolloso e disomogeneo.
Nel [[1609]] pubblica il ''De Protestate Papae'', un trattato antipapale di suo padre che era morto l'anno prima.
<br />Nel [[1611]] scrive un'''Apologia'' ovvero la terza parte del ''Satyricon'' in risposta agli attacchi dei gesuiti.
<br />Nel [[1614]] pubblica una così detta quarta parte, dal titolo di ''Icon Animorum'', in cui descrive negativamente le corti europee di cui aveva fatto esperienza.
L’''”Incon Amicorum”'' è una delle ultime sue opera che non fu bene accolta neppure dai suoi amici inducendolo forse a trasferirsi in Italia.
 
Nel [[1616]] venne a [[Roma]] forse per sottrarsi alle polemiche accese suscitate dai suoi scritti.
[[Paolo V]] gli concesse la sua protezione e lo colmò di favori.
In quel periodo scrisse l'”Argenide” ma, deluso dagli insuccessi letterari si dedicò alla botanica e a coltivare fiori nel suo giardino vicino al Vaticano.
 
A Roma Barclays frequentò i personaggi più in vista del momento, tra i quali il più illustre fu [[Maffeo Barberini]] ([[Urbano VIII]]), amico intimo che tenne a battesimo anche un suo figliolo.
 
Morì, il 15 agosto [[1621]], sembra per un'insolazione dopo una passeggiata. Fu sepolto provvisoriamente nella [[Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo|Chiesa di Sant'Onofrio]] .
Le cronache del tempo dicono che la vedova quando vide il monumento erettogli si offese reputandolo non degno di tale personaggio come era stato il marito e sottrasse per dispetto il busto marmoreo che portò a casa sua. Ciò non impedì che successivamente tutti i componenti della famiglia Barclays fossero seppelliti nella [[Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo|Chiesa di Sant'Onofrio]] dove si presume quindi che fosse stato riportato il busto tuttora ivi esistente.
 
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== Voci correlate ==
* [[Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo]]
 
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