Sagra del Signore della Nave: differenze tra le versioni

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|Scena=Uno spiazzo di fronte ad una chiesetta di campagna
|Epocacomposizione=[[1924]]
|Primarappresentazione=[[2 aprile]] [[1925]]
|Teatro=[[Teatro Odescalchi]] di [[Roma]]
|Primaitaliana=
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|Personaggi=
*Il signor Lavaccara
*Il tavernajo
*Il tavoleggiante
*Il norcino
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==Trama==
 
Si celebra con una sagra la festa del Signore della Nave, in occasione della annuale prima macellazione del maiale e anche del ringraziamento votivo dei marinai che sono scampati alla morte in mare.
 
Due elementi fortemente contrapposti: la carnalità del maiale macellato e la religiosità dei marinai miracolati dal Signore della Nave, un antico [[crocefisso]] insanguinato che era appartenuto ad una nave che proveniva dall'oriente, e portato in paese da «una ciurma straniera».
 
Mentre si sta svolgendo la festa, dai toni pagani e religiosi assieme, nasce una discussione animata tra il grasso signor Lavaccara, che rimpiange di non aver fatto in tempo a salvare dalla macellazione il suo amato ed intelligente maiale Nicola, e «il giovane pedagogo», maestro di suo figlio, che sostiene fermamente che gli animali non hanno [[intelligenza]], dono che Dio ha riservato agli uomini.
 
Ma a smentire le sue parole nel frattempo frotte di uomini ubriachi si sono ridotti allo stato animale sfrenandosi in comportamenti [[orgia]]stici e [[lussuria|lussuriosi]] che cessano quando dalla chiesa, alonato da una luce violetta, esce, sostenuto in alto da un lugubre prete, il grande crocefisso insanguinato che attraversa in [[processione]] tutta la sala del teatro, mentre i fedeli in [[Coro (musica)|coro]] si battono il petto pentiti dei loro [[peccato|peccati]] carnali.