Ctesifonte: differenze tra le versioni

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A partire dalla sua fondazione, la città fu spesso mira delle conquiste dei [[Romani]] che, tuttavia, riuscirono a tenerla per un tempo piuttosto limitato e senza continuità temporale tra una presa e l'altra.<br />
Nel [[116 ad.C.]] fu conquistata da [[Traiano]] ([[campagne partiche di Traiano]]), dopodiché fu ripresa da [[Lucio Vero]] nel [[165]] ([[campagne partiche di Lucio Vero]]). Nel [[198]] fu nuovamente conquistata e distrutta da [[Settimio Severo]], che assunse il titolo di ''Partico Massimo''. L'imperatore [[Marco Aurelio Caro]] la conquistò nel [[283]], ma perì subito dopo in una congiura militare. [[Gordiano III]] tentò di catturarla durante la [[Campagna sasanide di Gordiano III|campagna militare contro l'impero Sasanide]], senza riuscirci.
 
Per la sua posizione su una delle direttrici dell'antica [[Via della Seta]], Ctesifonte fu teatro di battaglie anche in seguito alla [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], venendo contesa tra l'[[Impero Bizantino]] e i [[Sasanidi]], fino a quando, nel [[637]] venne presa, all'epoca del [[califfo]] [[Umar ibn al-Khattab|‘Umar b. al-Khattab]], dall'esercito arabo-musulmano di [[Sa'd Ibn Abi Waqqas]], e più in particolare dal capo [[beduino]] dei B. Bakr b. Wā'il, [[al-Muthanna ibn Haritha]], finendo inglobata nel nascente Califfato [[Islam|arabo-islamico]].