Teoria dell'etichettamento: differenze tra le versioni

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La '''teoria dell'etichettamento''' (o '''della reazione sociale''') è una [[criminologia|teoria sociologica della devianza]] che focalizza l'attenzione sul processo di costruzione del criminale non occasionale che sarebbe favorito, in maniera involontaria e paradossale, proprio dalla reazione della collettività e delle istituzioni. Omologamente definita anglolessicalmente nel mondo quale '''Labelling Theory'''.<ref>www.historylearningsite.co.uk/labelling_theory.htm</ref>
 
Attraverso l'assegnazione dell'etichetta di criminale all'autore di un reato, secondo la teoria, si innescherebbe un processo in grado di trasformare l'autore vero (o presunto) di un singolo reato in un delinquente cronico. Influirebbero su questo processo sia le conseguenze della diffidenza, della disistima e della stigmatizzazione della collettività, in grado di ristrutturare la percezione di sé da parte del "criminale" ("convincendolo"), sia l'isolamento e l'esclusione sociale che materialmente le [[istituzione totale|istituzioni totali]] (ad esempio le strutture carcerarie) provocano. L'etichettamento produrrebbe quindi conseguenze deleterie sia a livello di rappresentazione sociale e di autopercezione che di opportunità e di frequentazioni.