Sayri Tupac: differenze tra le versioni

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==Accordo con il viceré e ritorno al Cuzco==
Nel 1552 la Corona Spagnola assunse l'iniziativa e il ''principe Filippo'' in persona scrisse una lettera a Sayri Tupac per assicurargli la completa impunità e giunse a riconoscere che suo padre [[Manco Capac II|Manco]] era stato duramente provocato dai Pizarro. Un cambio di viceré rese impossibile il recapito della missiva, ma questa venne riscritta, pari pari, e consegnata al nuovo rappresentante della Corona, il marchese di ''Cañete'', perchèperché se ne facesse il latore.
 
Diversi personaggi, che riscuotevano la fiducia degli Inca in esilio, si incaricarono di riallacciare le trattative. Tra questi vi era ''Doña Beatriz'', una zia di Sayri Tupac, e suo figlio ''Juan Serra'' che la nobildonna aveva avuto dal ''conquistador'' ''Manso Serra di Leguizamo''. Anche lo storico [[Juan de Betanzos]], perfetto conoscitore del [[lingua quechua|quechua]] partecipò ai parlamentari che furono lunghi e laboriosi per la diffidenza degli indigeni.
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I più avveduti facevano presente che gli Inca rimasti ancora sulle montagne non si sarebbero mai convinti a trattare la pace se avessero constatato che le promesse fatte a Sayri Tupac non erano sopravvissute alla sua morte. Si pensò anche di offrire le proprietà a [[Titu Cusi Yupanqui]], o meglio a suo figlio che avrebbe potuto sposare la figlia di Sayri Tupac con buona pace di tutti, ma la questione restò in sospeso.
 
In attesa di una soluzione si cominciò con il fare amministrare l'ingente patrimonio a dei gentiluomini fidati che avrebbero dovuto preservare la fortuna della piccola ''Beatriz Clara'' in attesa della sua maggiore età. Le vicende di questa fanciulla sono degne di un romanzo. Rinchiusa dapprima in convento, poi richiamata presso di sé dalla madre, fu oggetto di squallidi tentativi di matrimonio da parte di sciagurati cavalieri spagnoli, i ''Maldonado'', che giunsero, pur di raggiungere i loro scopi, a dichiarare di averla violentata all'età di nove anni. Dopo lunghe peripezie, la fanciulla andò in sposa ad un rappresentante della migliore nobiltà spagnola, ''Martín García de Loyola'', il pronipote dell'omonimo fondatore della [[Compagnia di Gesù]]<ref>Martín García de Loyola era famoso, nelle Colonie, per avere catturato Tupac Amaru, l'ultimo sovrano inca di Vilcabamba che era, pertanto, lo zio di sua moglie. Il capitano spagnolo doveva finire la sua vita trucidato dagli ''araucani'' durante un suo tentativo di conquista del Cile.</ref>. La figlia di questa unione sarebbe stata nominata Marchesa di Santiago de Oropesa, titolo che la sua progenie avrebbe mantenuto fino al 1741, alla morte cioécioè dell'ultimo discendente, deceduto senza eredi.
 
==Note==