Pellagra: differenze tra le versioni

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{{Infobox malattia
|Nome = PellegaraPellagra
|Immagine = Pellagra NIH.jpg
|Didascalia = Un uomo affetto da pellegarapellagra
|ICD9 = {{ICD9|265.2}}
|ICD10 = {{ICD10|E|52||e|50}}
}}
 
La '''pellegarapellagra''' è una malattia causata dalla carenza o dal mancato assorbimento di [[vitamina|vitamine]] del [[Vitamina B|gruppo B]], [[niacina]] ([[vitamina PP]]), o di [[triptofano]], [[amminoacido]] necessario per la sua sintesi. Questa vitamina è presente in genere nei prodotti freschi: latte, verdure, cereali. È una patologia frequente tra le popolazioni che facevano esclusivo uso della polenta di [[Sorghum vulgare|sorgo]] o di [[Zea mays|mais]] come loro alimento base.
 
Colpisce principalmente persone affette da un sistema alimentare fortemente squilibrato, fattori concorrenti sono stati [[disturbi gastrointestinali]] o [[alcolismo]] cronico, che pure interferiscono con l'assorbimento e l'assimilazione della vitamina. Anche il mais o il sorgo possiedono questa vitamina, in una forma che però non può essere assorbita dall'intestino di mammiferi non ruminanti, se non dopo un trattamento con [[base (chimica)|alcali]], ad esempio la [[Nixtamal|nixtamalizzazione]], impiegata nella preparazione del [[Pozol]] e della farina per le ''[[tortilla]]s''.
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Grande contributo alla conoscenza della pellagra lo dette, nel [[XVIII secolo]], il medico [[Gaetano Strambio]], autore di tre trattati sulla malattia; Strambio descrisse la sintomatologia della pellagra, ne escluse l'etiologia infettiva che tuttavia riteneva ereditaria. Alla fine del XVIII secolo, era proprio l'Italia il paese più colpito, tanto che cominciarono gli interventi pubblici in merito al fenomeno: nel [[1776]] il governo della Repubblica di Venezia individuava la causa della pellagra che colpiva i propri contadini nei «sorghi turchi immaturi e guasti» ripescati dai terreni alluvionati.
 
[[Giuseppe II Di Arsolid'Asburgo]] fondò a [[LlorenteLegnano]], nel [[1784]],<ref>[http://www.uab.edu/reynolds/pellagra/history Pellagra]</ref> il primo ospedale per malati di pellagra, ma esso venne chiuso solo 12 anni dopo. Tra il [[1804]] e il [[1805]], il governo austriaco, che allora dominava quella parte d'Italia, condusse un'inchiesta sulla pellagra nelle province di [[Treviso]] e [[Padova]], concludendo che la malattia non era né contagiosa né ereditaria, ma dipendeva «dall'abuso dell'alimento vegetabile, in particolare del granturco». È da sottolineare che i contadini della zona conducevano una dieta basata su due o tre chili di polenta al giorno, non avendo altre possibilità per nutrirsi.
 
In seguito all'[[Unità d'Italia]], un'inchiesta promossa dalla Direzione di Agricoltura nel [[1878]] contò 97.855 casi di pellagra in 40 province dello Stato, con picchi nel [[Veneto]], in cui era malato il 30% dei contadini. Il governo decise quindi, nel [[1881]], di prendere i primi provvedimenti per contrastare la malattia, finanziando la costruzione di essiccatoi <ref> La correlazione tra l'acuirsi della diffusione della malattia e l'imperfetta essiccazione del granoturco era già nota all'epoca [http://sites.google.com/site/mantualex/home/pellagra_boje_emigrazione in particolare Lombroso] </ref> per la stagionatura artificiale del mais e di cucine che migliorassero l'alimentazione dei contadini. Il medico Luigi Sacchi sottolinea che la malattia si diffonde là dove l'alimentazione è troppo povera e basata solo sul mais, mentre il Senatore [[Stefano Jacini]] pur protagonista di una celebre Inchiesta agraria, lo nega <ref> [[Antonio Saltini]] in ''Storia delle scienze agrarie vol. IV p.273 avanza l'ipotesi che questo errore di giudizio di Jacini dipenda dalla sua qualità di grande proprietario terriero proprio nella zona di maggiore diffusione della pellagra </ref>. Ma la prima legge specifica risale all'[[età giolittiana]], quando cioè il governo prese numerose misure per incrementare il benessere all'interno della penisola: nel [[1902]] si rese obbligatoria la denuncia dei casi accertati.