Rinascimento emiliano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
AttoBot (discussione | contributi)
m Bot: Specificità dei wikilink
Riga 16:
 
[[File:Amico Aspertini, Oratorio di Santa Cecilia.jpg|thumb|250px|L'oratorio di Santa Cecilia a Bologna]]
Nel [[1494]]-[[1495]] soggiornò a Bologna il giovane esule [[Michelangelo]] che, protetto dal nobile [[Giovan Francesco Aldovrandini]], trovò impiego presso i domenicani, per i quali realizzò alcune statue dell'[[Arca di San Domenico]], dove anticipò quella ''gravitas'' espressiva di alcuni capolavori successivi come il ''[[David (Michelangelo)|David]]''. Studi recenti sottolineano l'importanza di questo soggiorno nella formazione dell'artista, che studiò i modi di rappresentare l'energia trattenuta e le variazioni espressive di [[Jacopo della Quercia]] e delle opere ferraresi, traendone fondamentali ispirazioni nella maturazione del proprio stile. Già affermato, tornò a Bologna nel [[1507]]-[[1508]] per riconciliarsi con papa [[papa Giulio II]] e realizzare una scultura bronzea del [[Giulio II benedicente|papa benedicente]], distrutta durante i disordini del [[1511]]<ref>Umberto Baldini, Michelangelo scultore, Rizzoli, Milano 1973, pag. 94-95.</ref>.
 
Per avere una vera e propria "scuola bolognese" si dovette aspettare il Cinquecento, quando un gruppo di artisti lavorò agli affreschi dell'[[oratorio di Santa Cecilia]] (1504-1506). Tra i giovani talenti figuravano [[Francesco Francia]], [[Lorenzo Costa]] e soprattutto [[Amico Aspertini]], autore di una personale rivisitazione di Raffaello con un'estrosa vena espressiva, ai limiti del grottesco<ref>Zuffi, ''Atlante'', cit., pag. 290.</ref>.