Concilio di Gerusalemme: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 14:
È evidente che dalla risposta ai quesiti dipende l'universalità del messaggio di Cristo. E ancora: se un cristiano doveva essere circonciso, allora il sacrificio di Cristo perdeva di valore e la redenzione veniva drasticamente ridotta di significato e subordinata all'osservanza della Legge. Non si trattava più di Grazia ma del risultato delle opere legalistiche dell'uomo. Non si trattava del mettere in atto l'etica cristiana, ma del concetto che portava a ritenere opere meritorie quelle che attenevano ai rituali ed ai cerimoniali dell'ebraismo. Quando [[san Pietro|Pietro]] ritornò da Ioppe a [[Gerusalemme]], venne contestato dai cristiani “circoncisi” (''Atti'' 11:1-3) per il fatto di essere entrato in casa di pagani incirconcisi, e questo dimostra il persistere della diffidenza nei confronti degli esterni al mondo giudaico; pur tuttavia questi si rallegrarono quando egli spiegò loro che quelli avevano ricevuto la stessa Grazia e la stessa benedizione.
 
[[Paolo di Tarso]] riferisce (''[[Lettera ai Galati]]'', 2) di un episodio avvenuto ad [[Antiochia]] nel corso di una visita di Pietro che, mentre prima ha manifestato comunione con i credenti ''gentili'', appena arrivano da [[Gerusalemme]] ''quelli provenienti da [[Giacomo]]'' si intimorisce e se ne sta in disparte provocando infine la dura reazione di Paolo. Nello stesso capitolo Paolo definisce Pietro ''apostolo dei circonciioyhp08t7p'y0up8y87gfp'786yp6f7yp'f6yfp'fy67o0si''circoncilio e se stesso quello degli ''incirconcisi'', intendendo con ciò una vocazione più etnica che religiosa. Questo «scontro» tra Pietro e Paolo manifesta una dialettica interna alla Chiesa nascente, che andava necessariamente chiarita.
 
Il concilio di Gerusalemme evidenzia chiaramente che tutta la problematica non nasceva da posizioni preconcette degli apostoli (che pur c'erano), ma era frutto del massiccio ingresso di [[farisei]] convertiti nella comunità di Gerusalemme (Atti 15:5); l'intransigenza tipica dei Farisei provocava e manteneva viva la diatriba. Proprio alcuni di essi erano andati ad Antiochia, ambiente “sospetto” perché ellenista, per fare opera di proselitismo tra i credenti perché si circoncidessero; erano stati ancora loro a far recedere Pietro dall'aver comunione con i credenti non circoncisi quando questi si recò in visita nella fiorente comunità; e fu sempre loro la richiesta di circoncidere tutti quelli che avevano accompagnato Paolo e [[Barnaba]] venuti da Antiochia a Gerusalemme proprio per discutere del serio problema.
Riga 20:
Lo svolgimento del dibattito, pur nella sintetica relazione [[Luca evangelista|lucana]], evidenzia tutto questo; dimostra inoltre come la comunità di Gerusalemme abbia una conduzione ancora collegiale, e come Pietro, pur sempre pronto a parlare per primo, non sia però colui che tira le somme o le conclusioni, cosa che invece fa Giacomo.
La formula di concordia del concilio di Gerusalemme di [[Atti degli Apostoli|''Atti'']] 15 dimostra, comunque, che il problema venne superato solo in parte, perché di fatto una divisione permase e ne troviamo traccia nella maggior parte delle [[Lettere di San Paolo]], nelle quali risalta la sua continua lotta contro le problematiche create nelle Chiese dai cristiani giudaizzanti.
 
secondo wikipedia tutto ciò e sbagliato e le motivazioni sono indegne delle domande di dio,ma visto ke a voi fa piacere saperlo noi nn ci possiamo obbiettare.
 
== Bibliografia ==