Eutichio Proclo: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Originario della città di [[Sicca]] Veneria in [[Africa]], Proclo fu l'istitutore dell'[[Imperatori romani|imperatore romano]] [[Marco Aurelio]]
==Opere==
Non si conosce alcuna opera giunta fino a noi attribuibile con sicurezza ad Eutichio Proclo, e poco si sa, come detto, anche della sua vita. Tuttavia è abbastanza diffusa l'opinione che in lui si possa identificare l'autore della ''[[Crestomazia]]'', che rappresenta per noi la più importante fonte di informazioni sui [[epica|poemi]] che componevano il [[Ciclo epico]]
Nei primi due libri, Proclo iniziava distinguendo la poesia in ''[[epica]]'', ''[[Elegia greca|elegia]]'', ''[[giambo]]'' e ''[[melica]]'' - con ampie definizioni ed elenchi tratti dai [[canoni]] dei poeti stilati dagli alessandrini. A proposito della melica, egli distingueva melica ''per gli dei ''e ''per gli uomini''. La prima comprendeva [[Inno|inni]], [[Prosodio|prosodi]], [[peani]], [[Ditirambo|ditirambi]], ''nomoi'', ''adonidia'', iobacchi, [[Iporchema|iporchemi]], scoli; la seconda, di carattere non sacro, comprendeva carmi erotici, [[Epitalamio|epitalami]], [[imenei]], threnoi, [[Epicedio|epicedi]], [[Partenio (poesia)|partenii]]: a proposito di questi ultimi, il grammatico si diffondeva sulle modalità della festa delle [[Dafneforie]] in cui, tra le altre, erano eseguiti i partenii e parlando, altresì, delle ''[[Oscoforia|Oscoforie]]''. Il discorso classificatorio si chiudeva con la melica di tipo gnomico. In questo senso, almeno stando allo scarno riassunto di Fozio, è probabile che Proclo offrisse, come altri grammatici che parlano dello stesso soggetto, abbondanti esempi.
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