Antonio Gai: differenze tra le versioni

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Il Gai iniziò quindi la sua attività come intagliatore, ma di questo primo periodo non restano opere se si eccettua un ''Crocifisso'' in [[Chiesa di San Francesco della Vigna|San Francesco della Vigna]]. Il [[Tommaso Temanza|Temanza]] gli riferisce degli "ornati d'intaglio" identificabili con le decorazioni di alcuni armadi della [[Biblioteca Nazionale Marciana|Libreria Marciana]], realizzati ormai nel settimo decennio, ma andati dispersi.
 
Si avvicinò alla scultura in pietra solo nel [[1720]]. Le prime opere di questo genere furono le statue e i vasi della demolita villa Dolfin di [[Carpenedo]], andate disperse. Gai assunse la commissione quando era ancora qualificato come intagliatore (il Collegio degli scultori fu istituito solo nel [[1724]]) e poté ultimare i lavori grazie a una deroga del priore dell'associazione [[Giuseppe Torretto]]. La prova per entrare ufficialmente nel Collegio fu sostenuta nel 1727.
 
Nel [[1726|1729]] realizzò il Capitello delle Nazioni (o dei Popoli) per il [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]] sul modello di un originale risalente al [[XIV secolo]]. L'anno successivo si sottopose alla prova per entrare ufficialmente nel Collegio.
 
Databili tra 1727 e 1731 sono le allegorie della ''Vista'' e dell'''Udito'' per lo scalone di [[villa Giovanelli]] a [[Noventa Padovana]]. Sono opere esemplari che dimostrano la raggiunta maturità artistica dell'autore, attento a impostare le figure su regole geometriche e diagonali virtuali.
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Il Gai si occupò frattanto della committenza laica lavorando per numerosissime dimore patrizie, sia palazzi di città che ville di terraferma. Intorno alla metà del seguito realizzo le ''Quattro Stagioni'' per il giardino di [[palazzo Vecchia-Romanelli]] a [[Vicenza]] (attualmente nel [[parco Querini]]). Per villa Soderini a [[Nervesa della Battaglia|Nervesa]] scolpì con Giuseppe Torretto diverse opere ma di queste restano soltanto due vasi oggi conservati presso [[villa Sicher-Barnabò]] di [[Arcade (Italia)|Arcade]].
 
La gran parte dei lavori si rintraccia però lungo la [[Riviera del Brenta]], prevalentemente a [[Mira (Italia)|Mira Vecchia]], [[Fiesso d'Artico]] e soprattutto [[Stra]], dove produsse opere per la nota [[villa Pisani (Stra)|villa Pisani]] e, forse, per [[villa La Barbariga|"La Barbariga"]]. Per il [[Palazzo Pisani a Santo Stefano|palazzo Pisani]] di [[chiesa di San Vidal|San Vidal]] scolpì due statue allegoriche, quattro delle quali attualmente nelpresso il Walters Art Museum di Baltimora e una sola rimasta nell'ubicazione originaria, oggi [[conservatorio Benedetto Marcello]].
 
Il 13 febbraio [[1756]] fu fondata l'[[Accademia di belle arti di Venezia|Accademia di Venezia]] e il Gai figurò fra i trentasei artisti che formarono il primo gruppo di insegnanti. Nel [[1764]] venne nominato presidente dell'istituzione.