Arvali: differenze tra le versioni

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Nella medesima opera Plinio riferisce che le insegne di quel sacerdozio erano costituite, fin dalle origini, da una grande ghirlanda di spighe e da bende bianche.
 
La grande antichità del collegio è testimoniata dal carattere fortemente arcaico della lingua di un [[Carme (poesia)|carme]] che essi cantavano durante la cerimonia (''[[Carmen Arvale|''Carme Fratum Arvalium'']]'') scritto in [[Saturnio|versi saturnii]], che costituisce uno dei testi più antichi della lingua latina. Il carattere arcaico di questo testo si mantenne anche in epoche più tarde, in quanto i Romani ritenevano che ogni cambiamento nei particolari di un rito religioso ne avrebbe diminuito l'efficacia: ce ne sono giunti diversi frammenti, conservati sia attraverso iscrizioni, sia attraverso citazioni successive.
 
Ci sono inoltre pervenuti, vari frammenti degli "''Acta Arvalium''", nei quali venivano annotati e registrati i principali eventi che riguardavano la città. Tra i riti ci è pervenuta la formula di una cerimonia, incisa su marmo, degli ''Acta'':