Francesco Crispi (cacciatorpediniere): differenze tra le versioni

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|Bandiera=Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
|Tipo=[[cacciatorpediniere]]
|Classe=''[[Classe Sella (cacciatorpediniere)|''Sella'']]''
|Numero_unità=
|Costruttori= [[Cantiere Pattison|Pattison]], [[Napoli]]
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Nel 1928 urtò lo [[scoglio]] della [[Secche della Meloria|Meloria]], rimanendo danneggiato<ref name="trentoincina">[http://www.trentoincina.it/dbunita2.php?short_name=Crispi Trentoincina<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
All’entrata dell’[[Italia]] nella [[seconda guerra mondiale]] formava con il capoclasse ''[[Quintino Sella (cacciatorpediniere)|''Sella'']]'' la IV Squadriglia Cacciatorpediniere, di [[base navale|base]] a [[Rodi]]<ref>http://it.wikipedia.org/wiki/Naviglio_militare_italiano_della_seconda_guerra_mondiale</ref>.
 
Durante tale conflitto, essendo tra i cacciatorpediniere più anziani in servizio, fu impiegato nel più tranquillo [[Mar Egeo]] in funzione di scorta ai [[convoglio navale|convogli]] e di caccia antisommergibile<ref name="trentoincina"/><ref name="Ct classe Sella">[http://www.regiamarinaitaliana.it/Ct%20classe%20Sella.html Ct classe Sella<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
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In febbraio lasciò nuovamente la base, sempre in compagnia del ''Sella'', per un secondo tentativo di attacco contro Suda, ma fu fatto tornare di nuovo in porto perché il numero ed il tipo delle navi ormeggiate a Suda faceva ritenere di poca importanza un attacco<ref name="Giorgerini"/>.
 
Il 25 febbraio, in seguito all’[[Operazione Abstention|occupazione britannica dell’isolotto di Castelrosso]], imbarcò a Rodi, insieme al ''Sella'' ed alle [[torpediniera|torpediniere]] ''[[Lupo (torpediniera)|''Lupo'']]'' e ''[[Lince (torpediniera)|''Lince'']]'', 240 uomini che sbarcò poi a [[Castelrosso (Egeo Meridionale)|Castelrosso]] (lo [[sbarco]] fu reso difficoltoso dal [[mare]] mosso, ma l’[[isola]] tornò in mano italiana)<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4102-29FEB02.htm Massawa, Red Sea, February 1941<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Nell’ambito di una nuova missione contro Suda, fu dislocato a [[Stampalia]] insieme all’unità gemella<ref name="Giorgerini"/>. Comandante del ''Crispi'' era il [[capitano di fregata]] Ugo Ferruta<ref name="Giorgerini"/>. Tra le 16.30 e le 17.30 del 25 marzo 1941 le due unità della IV Squadriglia lasciarono Stampalia dirette in un punto stabilito, a 6 miglia dalla [[penisola]] di [[Akrotiri (Grecia)|Akrotiri]], dove giunsero alle 23.30 di quel giorno; nel giro di qualche minuto misero in mare 6 barchini esplosivi ed alle 23.41 intrapresero la [[rotta navale|rotta]] di rientro<ref name="Giorgerini"/>. I barchini [[Attacco alla baia di Suda|attaccarono le unità britanniche a Suda riportando un discreto successo]]: vennero semiaffondati l’[[incrociatore pesante]] [[HMS York (90)|HMS ''York'']] e la [[petroliera|nave cisterna]] ''Pericles'', se pur tale risultato fu pagato con la cattura – peraltro prevista&nbsp;– dei 6 piloti<ref name="Giorgerini"/>.
 
Il 27 maggio dello stesso anno scortò insieme alle torpediniere ''Lince'', ''[[Libra (torpediniera)|''Libra'']]'' e ''[[Lira (torpediniera 1938)|''Lira'']]'' ed a due [[Motoscafo Armato Silurante|MAS]] il convoglio ([[piroscafo|piroscafi]] ''Giulio Orsini'' e ''Tarquinia'', [[vaporetto]] lagunare ''Giampaolo'', [[rimorchiatore|rimorchiatori]] ''Aguglia'' ed ''Impero'', navi frigorifere ''Assab'' ed ''Addis Abeba'', piroscafo fluviale ''Porto di Roma'', [[peschereccio|pescherecci]] ''S. Giorgio'', ''S. Antonio'', ''Plutone'' e ''Navigatore'', nave cisterna ''Nera'', cisterne portuali ''CG 89'' e ''CG 167'') che trasportava il [[contingente militare|contingente]] italiano inviato a [[Creta]] (2400 uomini del 9º [[Reggimento]] Fanteria, 50 marinai, 13 [[carro armato|carri armati]] leggeri, 350 [[mulo|muli]], 4 [[automezzo|automezzi]])<ref name="Cocchia">Aldo Cocchia, ''Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942'', pp. da 136 a 140</ref>. Alle 14 del 28 maggio lasciò il convoglio e [[bombardamento navale|bombardò]] con le proprie artiglierie il [[faro]] e la stazione di Capo Sidero (Creta), ricongiungendosi con il convoglio alle 15.45; dalle 16.45 alle 17.20 assisté lo sbarco nella [[baia]] di [[Sitia]] tenendosi pronto ad aprire il fuoco contro eventuali nuclei di resistenza, ma non ce ne fu bisogno<ref name="Cocchia"/>. Si avviò quindi sulla rotta di ritorno alle 17.20<ref name="Cocchia"/>.
 
Durante l’attività di scorta in Egeo subì più volte attacchi [[aereo|aerei]]; il 27 novembre 1942 fu centrato e danneggiato da una [[bomba (ordigno)|bomba]]<ref name="trentoincina"/>.