Gruppo di pressione: differenze tra le versioni

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Secondo Gianluca Sgueo, le proposte finora presentate in Italia sono ascrivibili a tre modelli. Il primo è quello della cosiddetta "gabbia", finalizzato a identificare regole stringenti per la categoria dei rappresentanti di interessi, soprattutto al fine di limitare i fenomeni corruttivi. Il secondo modello è quello dei cosiddetti "incentivi" la cui finalità è quella di facilitare l'esercizio della professione lobbistica attraverso alcuni benefits in sede di elaborazione delle decisioni. Il terzo modello è quello della cosiddetta "inclusione" avente lo scopo di includere il maggior numero di interessi nell'elaborazione delle decisioni<ref>Gianluca Sgueo (coordinato da), Lobby e rappresentanza di interessi, Quaderno di studi, Università Bocconi-Rules, 2013</ref>.
 
In assenza di una normativa nazionale, alcune regioni italiane hanno approvato delle leggi regionali in materia di disciplina del lobbying: è il caso della Regione Toscana (L. R. 5/2002 Norme per la trasparenza dell'attività politica e amministrativa del Consiglio regionale della Toscana), della Regione Molise (L. R. 24/2004 Norme per la trasparenza dell'attività politica ed amministrativa del Consiglio regionale del Molise) e della Regione Abruzzo (L.R. 61/2010 Disciplina sulla trasparenza dell'attività politica e amministrativa e sull'attività di rappresentanza di interessi particolari). Altri testi di legge regionale per la disciplina del lobbying sono stati presentati in Calabria, Marche, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, finora senza alcun esito. Nel 2012 l'Istituto per la Competitività ha pubblicato un rapporto sulla rappresentanza di interessi a livello territoriale "Interessi Comuni? Enti locali e imprese nell’Italia che cambia", in cui è stato mappato il ruolo del lobbying a livello territoriale.
==Note==
<references/>