Prigionieri dell'oceano: differenze tra le versioni

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La vita a bordo della scialuppa è molto difficile: la madre comprende che il suo bambino è morto e impazzita dal dolore si suicida; al marinaio Gus va in [[gangrena]] la gamba ferita e il tedesco, medico chirurgo nella vita civile, con l'aiuto dell'infermiera procede all'amputazione; una tempesta sconquassa la barca e distrugge le provviste di cibo e d'acqua. Fra i naufraghi serpeggia tensione e nervosismo, ciascuno mette a nudo il proprio carattere, le proprie convinzioni, l'appartenenza sociale, storie e legami della precedente esistenza. Ognuno fa i conti con le proprie qualità e difetti, con il coraggio e con la paura, con la fame e con la sete. Giocano d'azzardo con le pagine del taccuino della giornalista trasformati in carte da gioco, litigano, si scontrano, qualcuno s'innamora.
 
Spicca in particolare il personaggio della giornalista Connie che appare così sofisticata all'inizio del film e nell'evolvere delle situazioni si dimostra schietta, generosa ed umana: presta la sua calda e morbida pelliccia alla madre disperata che la porterà con sé in fondo al mare, accetta la perdita della sua macchina fotografica e della macchina da scrivere, ha parole di conforto per Gus, infine offre il suo prezioso bracciale di diamanti, portafortuna dal quale aveva giurato di non separarsi mai, come esca peral fine di catturare un pesce per il gruppo stremato.
 
L'elemento di contrasto più serio continua ad essere il rapporto con il tedesco. Quando si scopre che non è un orologio quello che spesso consulta ma una bussola nascosta ai compagni, che la rotta da lui seguita porta ad una nave nazista, che è il solo testimone della scomparsa in mare del povero Gus, che comprende e parla perfettamente l'inglese, che beve acqua mentre gli altri ardono di sete, il gruppo esasperato ed unanime esegue la sua condanna a morte.