Giuliana di Norwich: differenze tra le versioni
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Giuliana dà un'interpretazione di questa frase, che lei definisce ''le cinque parole'', intendendo nell'espressione ''"Io posso"'' la persona del [[Dio Padre|Padre]], in ''"sono in grado"'' il [[Dio Figlio|Figlio]], in ''"voglio"'' lo [[Spirito Santo]], in ''"Io compirò"'' l'intera [[Trinità (cristianesimo)|Trinità divina]]; e dov'è detto "tu stessa vedrai", ella intende l'unità della natura umana che sarà salvata dall'amore di Dio e condotta al bene, interamente.
Giuliana crede che il peccato sia in qualche modo ''necessario'', oltre che inevitabile, poiché permette di raggiungere la vera conoscenza di noi stessi e ci porta ad accettare la presenza e l'azione di Dio nella nostra vita.<ref>Frances Beer, ''Women and Mystical Experience in the Middle Ages'', Boydell Press, 1992 p. 143</ref> Ella insegna che gli esseri umani commettono i peccati per ignoranza o ingenuità, non perché sono malvagi, come invece spiegava comunemente la chiesa medievale.<ref>Frances Beer, 1992 p. 144</ref> Giuliana crede che per imparare noi dobbiamo prima fallire, e per fallire dobbiamo peccare. Ella crede anche che la sofferenza causata dal peccato sia un ricordo terreno della sofferenza provata da Cristo durante la sua [[passione di Cristo|passione]] e che
[[File:St Julian's Church, Norwich, 2009.jpg|thumb|left|Chiesa di San Giuliano, Norwich]]
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