Abbondanza (divinità): differenze tra le versioni

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== Culto ==
Mentre ci sono pochi templi o segni del culto di Abbondanza rintracciabili a [[Roma]], la dea venne descritta in passato anche come "la bella vergine del successo"{{citazione necessaria}}, e come tale è stata ampiamente rappresentata nell'arte. Spesso ritratta mentre regge la ''cornucopia'' e delle pannocchie di granoturco e lascia che il contenuto ricada a terra, Abbondanza ha impreziosito in passato le monete dell'antica Roma.
Una statua della dea è posta in cima ad una fontana di Palermo: la fontana del Garaffo. Questa fontana, opera dell'architetto Gioacchino Vitagliano nel 1698, fu spostata dalla sua sede di piazza del Garaffo alla Marina di Palermo nel 1862. Il nome della piazza dove era ubicata deriva dall'arabo "garraf" che equivale ad "abbondanza d'acqua".
 
 
== Sopravvivenza del culto alle persecuzioni Cristiane ==
 
Secondo degli studi ci potrebbe essere un equivalenza tra la dea Abbondaza e la dea gallica [[Rosmerta]] anche se le due figure non sono mai state direttamente accostate in iscrizioni.
[[Guglielmo d'Alvernia (vescovo)|Guglielmo d'Alvernia]] vescovo di [[Parigi]] menziona le Domina Abundia (padrona dell’abbondanza) figure che compaiono anche nel poema allegorico “[[Roman de la Rose]]” come “Dame Habonde”.
Viene riferito che di notte le Domina Abundia entravano nelle case dove le offerte venivano preparate per loro, qui giunte bevevo e mangiano pur lasciando per miracolo intatte le libagioni, se queste poi erano di loro gradimento portavano prosperità e fertilità.
Il vescovo Guglielmo d'Alvernia considerava queste pratiche come una forma di idolatria da estirpare.
Tradizioni folcloristiche del 19° secolo descrivono queste figure quali [[Fata|fate celtiche]].
Il [[cardinale]] [[Nicola Cusano]] riferisce che durante un suo viaggio attraverso le Alpi francesi nel [[1475]] incontrò due vecchie donne che riferiva il sospetto potessero essere al servizio della Domina Abundia.
Nicola di Cusa le identificò come [[apostati]] e le fece imprigionare per [[stregoneria]] consigliando la [[tortura]] quale penitenza, ma non il rogo in quanto le donne erano state solo illuse dal diavolo e non seguaci di questo.
 
== Bibliografia ==
* Anna Ferrari, ''Dizionario di Mitologia Classica'', [[TEA (editore)|TEA]], [[1994]], ISBN 88-7819-539-1