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Venivano celebrati l'[[11 giugno]], durante il più lungo periodo delle solennità dedicate a [[Vesta]], che si svolgevano dal 9 al 15 giugno<ref>''[[Calendario Maffei]]'' in Giulio Vaccai, ''Le feste di Roma Antica'', Roma 1986 (1a ed. 1932), p. XIV</ref>. Secondo Plutarco sarebbero stati istituiti da [[Camillo]] che eletto [[Dictator|dittatore]] nel [[396 a.C.]] avrebbe fatto voto di dedicare un tempio alla Mater Matuta in caso di vittoria contro i [[Falisci]] <ref>[[Plutarco]], ''Vita di Camillo'', 5</ref>.
L'intero mese di [[giugno]] nel [[Calendario Romano]] era posto sotto la protezione di [[Giunone]], dalla quale secondo [[Ovidio]] il mese derivava il nome (''Iunius'' da ''Iuno'')<ref>[[Ovidio]], ''Fasti'', 5, 1-65.</ref> e quindi si svolgevano in esso alcune festività a carattere prevalentemente e talvolta esclusivamente femminile. Probabilmente in questa occasione la Mater Matuta costituiva un aspetto della [[Bona Dea]]<ref>Vaccai, ''op. cit.'' pp. 123-124</ref>, infatti "Matuta" derivava appunto da "bontà" secondo [[Festo]]<ref>[[Festo]], ''De Verborum Significatu'', "Mater Matuta ob bonitatem antiqui appellabant"</ref>.
Come cerimonia in sé era molto semplice e di evidente origine arcaica ed agricola, consistendo dell'offerta di una focaccia abbrustolita su ''[[testum]]'' (pentola o vaso di terracotta, talvolta anche il coperchio degli stessi o una tegola usati per cuocere alla brace) e posta dalle matrone sull'altare della dea<ref>Vaccai, ''op. cit.'' paggpp. 123-124</ref>.
 
== Usanze ==