Teoria degli stadi: differenze tra le versioni
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La '''teoria degli stadi''' o '''Modello evolutivo di Rostow''' è una teoria socio-economica concepita da [[Walt Whitman Rostow]] nel corso degli [[anni 1960]]. Secondo questa teoria, i processi di [[sviluppo economico]] e [[modernizzazione]] di una società si verificano in ogni Paese attraverso diversi stadi di sviluppo. Rostow individua 5 fasi di sviluppo.
Questi stadi partono dalla cosiddetta società [[tradizionale]], cioè una società nella quale la stragrande maggioranza della popolazione opera nel settore primario in un'economia di sussistenza e autoconsumo basata su rapporti di [[reciprocità]] e ridistribuzione, imperniata da una cultura dominata dalla [[superstizione]] e dal [[fatalismo]]. Il secondo stadio è individuato come la fase preliminare per il decollo. è un periodo dove l'istruzione elementare diventa obbligatoria, le persone hanno bisogno di essere formate, le tecnologie sono ancora semplici ma si pensa sempre di più a svilupparle. La terza fase è detta di decollo, c'è una vera e propria trasformazione sociale
Le critiche a questa teoria si riferiscono soprattutto al fatto che Rostow ha preso come modello solamente le esperienze accadute nelle regioni più avanzate dei [[Civiltà occidentale|paesi occidentali]], e non ha preso in considerazione le altre tipologie di sviluppo che invece si sono verificate senza rispettare queste sequenza di tappe. In alcuni casi (come le regioni del [[Mar Mediterraneo]]) infatti lo sviluppo economico si è verificato "saltando" quasi completamente la seconda fase, quella dell'industrializzazione, per cui in questi casi si è passati direttamente da una società agricola ad una terziaria.
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