Gaston de Foix-Nemours: differenze tra le versioni

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''"...di statura piccolo, di pelo biondo, di grandissima indole e di guardatura regale e quasi divina. Leggiadrissimo nel corpo e ne' vestimenti onorato, era in lui grandissima liberalità; tanto ch'egli usava mentre ch'era nell'esercito di non porsi a mangiare, se prima non fossero stati chiamati tutti gli amici nella sua mensa. Era tutto soggetto, com'è costume d'ogni cuore valoroso, alle passioni d'amore; non però in guisa che a quelle posponesse la gloria delle armi e tralasciasse di quelle alcun degno fatto."''
 
=== Governatore di Milano ===
==Le Guerre d'Italia==
Gaston de Foix fu con [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]] nella sua discesa in Italia contro la [[Repubblica di Venezia]], partecipò alla vittoriosa [[battaglia di Agnadello]]. Il 25 giugno 1511 venne nominato governatore di [[Milano]] al posto di [[Charles II d'Amboise|Charles d'Amboise]] e nello stesso anno, ventunenne, fu nominato comandante dell'Armata Reale in Italia durante la [[Guerra della Lega di Cambrai]]. Nel novembre dello stesso anno fronteggiò l'armata svizzera chiamata dal papa a riprendere il Ducato di Milano. Il Foix concentrò tutte le vettovaglie nelle piazzeforti, a Gallarate cercò invano di procurar battaglia alla testa di 500 lance, 200 uomini d'arme del Re e numerose artiglierie, ma gli svizzeri rifiutarono. Scarsi di vettovaglie e privi dello stipendio promesso, le fanterie elvetiche rientrarono in Svizzera.
 
==Le= Guerre"La folgore d'Italia" ===
Per i suoi successi militari e la velocità con cui vennero conseguiti meritò l'appellativo di ''Folgore d'Italia''. Sotto il suo comando l'armata accorse a spezzare l'assedio di [[Bologna]], presa dalle forze francesi il 13 maggio 1511 e assediata dalle truppe spagnole e papaline comandate dal viceré di [[Regno di Napoli|Napoli]] [[Raimondo de Cardona (generale)|Raimondo de Cardona]]. Successivamente l'armata si diresse a nord e sconfisse i veneziani a [[Brescia]], città che in seguito fu conquistata e saccheggiata dopo un [[Sacco di Brescia|assalto]] furioso (febbraio [[1512]]).
Assicurata la Lombardia, il Foix mosse verso sud dove l'esercito ispano-pontificio posto sotto il comando del Viceré di Napoli Raimondo di Cardona aveva riconquistato tutte le terre del Ducato di Ferrara oltre il Po. L'armata radunata a Imola contava un migliaio di uomini d'arme spagnoli, 800 ginetti, 8.000 fanti e numerose artiglierie, più un nutrito seguito di baroni e signorie del Regno di Napoli al seguito del viceré; a questi si aggiungevano 800 uomini d'arme, 800 cavalleggeri e 8.000 fanti forniti dal papa e guidati da Fabrizio Colonna e Marcantonio Colonna, poiché il generale Prospero Colonna, sdegnato di dover servire sottoposto al Cadorna, si disse indisponibile a guidare l'esercito. Con queste forze il vicerè decise d'assedire bologna, dove Gaston de Foix aveva inviato Odet de Foix con 2000 lanzichenecchi e 200 lance. L'esercito francese, raccolto a Finale si mosse all'alba, sotto una bufera di neve ed entrò l'indomani per Porta San Felice a Bologna, contava di 1300 lance, 6.000 lanzichenecchi e 8.000 tra fanti francesi e italiani. Saputa la venuta dei francesi, Raimondo de Cradona si ritirò a Imola. Liberata così Bologna il Foix proseguì verso Brescia, appena presa dai veneziani. L'avanzata francese fu rapidissima malgrado le nevi e il freddo, tanto che colse l'esercito veneziano ancora disorganizzato e ancora disperso. Un primo scontro fu nelle vicinanze d'Isola di Scala. Gaston de Foix schierò 700 uomini d'arme e 3000 fanti contro 300 uomini d'arme, 400 cavalleggeri e 12000 fanti al comando di Giampaolo Baglioni. Le cariche della cavalleria francese ruppero gli squadroni veneziani che volti in fuga lasciarono sul campo due cannoni e quasi 300 tra morti e feriti. L'avanzata continuò rapida fino a Brescia, non appena fatto campo il Foix ordinò immediatamante l'assalto delle mura cittadine presso la Porta della Pustrella che fu facilmete presa. Il giorno dopo furono dettate le condizioni alla città, il Foix si diceva disponibile a salvare beni e popolo eccetto i veneziani, ma Andrea Gritti rifiutò.
 
==== Assedio di Brescia ====
La mattina del 18 febbraio 1512 Gaston de Foix scelse 400 uomini d'arme appiedati e 6.000 tra guasconi e lanzichenecchi e penetrò nella città senza troppi intralci, poiché i soldati veneziani e la guarnigione cittadine si era ritirata nel Palazzo del Broletto. La battaglia fu feroce e alla fine i veneziani cedettero, nel frattempo l'esercito francese entrava tutto nella città. Il Foix aveva espressamente ordinato che finché fossero continuati i combattimenti nessuno si abbandonasse a saccheggi, pena la morte. Dei 500 uomini d’arme, 800 cavalli leggeri, 8000 fanti schierati dai veneziani ne morirono circa 8.000; i caduti francesi furono 5.000. Nella battaglia rimase gravemente ferito il Cavalier Baiardo e il comandante La Palice.
 
Conquistata la città il Foix acconsentì al saccheggio che fu particolare cruento, molti bresciani furono passati a fil di spada. Andrea Gritti fu imprigionato, Luigi Avogaro e i figli Pietro e Francesco vennero pubblicamente suppliziati mentre la città veniva volutamente abbandonata alle razzie dei soldati.
 
Della celerità straordinaria della campagna del Foix dice il Guicciardini:
 
''"Fu celebrato per queste cose per tutta la cristianità con somma gloria il nome Fois, che con la ferocia e la celerità sua avesse, in tempo di quindici dì, costretto l'esercito ecclesiastico e spagnolo a partirsi dalle mura di Bologna, rotta alla campagna Giampaolo Baglioni con parte delle genti de' viniziani, recuperata Brescia con tanta strage de' soldati e del popolo; di maniera che per universale giudicio si confermava, non avere, già parecchi secoli, veduta in Italia nelle opere militari una cosa somigliante."''
===La [[Battaglia di Ravenna]]===
Nel marzo del 1512 Gaston si era garantito un saldo controllo dell'Italia settentrionale e diresse le truppe a sud con l'intento di prendere [[Ravenna]]. Cardona portò le truppe cautamente vicine alle linee francesi per guadagnare una forte posizione difensiva. Gaston poteva contare su circa 23.000 soldati, 8.500 dei quali erano [[lanzichenecchi]], e 54 pezzi d'artiglieria (con il supporto di [[Alfonso I d'Este]]). Cardona su meno di 16.000 combattenti e 30 pezzi di artiglieria. La guarnigione cittadina contava circa 5.000 uomini. Gaston inviò un formale invito al combattimento a Cardona che prontamente accettò.