Compromesso storico: differenze tra le versioni

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Con quella che [[Emanuele Macaluso|Macaluso]] definisce la ''seconda [[svolta di Salerno]]''<ref>[http://www.nonluoghi.org/edizioni/modules.php?name=News&file=article&sid=18 nonluoghi]</ref>, il 28 novembre 1980, Berlinguer annunciò dopo otto anni di voler abbandonare la linea del compromesso storico per abbracciare quella dell'«alternativa democratica». Ciò significa che l'obiettivo diventava quello di ricercare governi di solidarietà nazionale che escludessero la DC. Decisivo per il mutamento tattico fu il terremoto in [[Irpinia]] della sera del 23 novembre precedente e la conseguente denuncia del pessimo modo di operare dello stato da parte del presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]] in diretta tv il 26 novembre.
 
Oltre al fatto storico, Moro era un teorico del valore del compromesso in politica, della ricerca dell'accordo e della mediazione. Il compromesso in politica non viene inteso come un atto moralmente negativo e riprovevole, al contrario è il compito principale di chi viene eletto. La politica non deve essere personalizzata, luogo di affermazione del singolo e del suo programma elettorale, sebbeno questi abbia avuto la maggioranzemaggioranza delle preferenze alle elzionielezioni. Se in democrazia la maggioranza vince, persegue un fine democratico il compromesso che mette d'accordo la maggior parte dei partiti e dei singoli rappresentanti eletti dal popolo, e ciò resta un dovere anche per chi beneficia di una vasta maggioranza elettorale e parlamentare, laddove l'accordo sia compatibile e non tradisca le attese e il programma dell'elettorato.
 
==Note==