Wladimiro Dorigo: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nasce nel [[1927]]. Molto giovane aderisce alle brigate SAP cittadine veneziane, un movimento [[partigiano]] attivo tra il [[1943]] e il [[1945]]. Figlio di un ferroviere socialista, invalido sin dalla giovane età per [[silicosi]], manteneva la famiglia grazie alle sue doti di ritrattista. Durante il periodo della [[Resistenza (politica)|Resistenza]] aderisce alla [[Democrazia Cristiana]]. La sua memoria vive indelebile del sacrificio di compagni di lotta e di fede più anziani, andati a morire in montagna, come ''Guido Bellemo''. Dopo la guerra si impegna politicamente nelle file della sinistra DC veneziana, dove dirige il settimanale ufficiale del partito, "''Il Popolo Veneto''", controllato dalla corrente della "''sinistra di base''", in conflitto con la linea ufficiale di [[Amintore Fanfani]].
 
Dopo la guerra, durante gli anni della sua formazione universitaria, Dorigo porta avanti, parallelamente, il suo impegno come credente nell'associazionismo ecclesiale. Come dirigente dell'[[Azione Cattolica]], è impegnato a livello nazionale, presso la Presidenza nazionale della GIAC a Roma, come caporedattore del periodico "Gioventù", giornale ufficiale dei giovani dell'Azione Cattolica. Nel [[1954]], da poco laureatosi presso l'[[Università degli Studi di Padova]], insieme all'intera presidenza della [[Settore Giovani di Azione Cattolica|Gioventù italiana di Azione Cattolica]] (tra cui [[Carlo Carretto]], e don [[Arturo Paoli]]) e a tanti responsabili diocesani in Italia, si dimette dall'incarico, in aperta polemica con il [[Vaticano]] per le dimissioni forzate del presidente nazionale del ramo giovanile, ''Mario Vittorio Rossi'' (1925-1976), accusato di "''pericolose tendenze dottrinali''", per l'opposizione del gruppo dirigente nazionale della GIAC al tentativo di alleanza della DC con l'MSI per le le elezioni comunali di Roma.
 
Dopo l'esperienza romana, torna a Venezia e si impegna politicamente nelle file della sinistra DC veneziana, dove dirige il settimanale ufficiale del partito, "''Il riferimentoPopolo Veneto''", controllato dalla corrente della "''sinistra di base''", in conflitto con la linea ufficiale di [[Amintore Fanfani]].Il motivo principale del dissenso era alil tentativo di dialogo politico e sociale tra forze cattoliche e forze socialiste, osteggiato dalla [[Santa Sede]] per mano del presidente nazionale dell'[[Azione Cattolica|AC]] [[Luigi Gedda]]. L'alleanza locale tra democristiani e socialisti, nel 1956, soprannominata "''Formula Venezia''", viene sconfessata dalla direzione nazionale della DC e fortemente avversata dalla [[Curia romana]], che impose all'allora patriarca [[Angelo Roncalli]] di intervenire per far cessare ogni azione in tal senso.
 
Dorigo, minacciato di [[scomunica]] dalla Curia veneziana, si dimette nel febbraio 1958 dalla direzione del giornale, e successovamentesuccessivamente da tutte le cariche di partito e dall'incarico di assessore all'urbanistica (è lui a rinumerare di persona i numeri civici di tutte le case della Venezia insulare). Inizia nell'aprile 1958 la sua esperienza culturale più significativa, quella della rivista ''Questitalia'' - bozze di politica e di cultura.
 
Tuttavia ancora negli anni '60, anche come effetto delle sue vivaci battaglie pubbliche sui temi dello sviluppo dell'entroterra veneziano e della 3^ zona industriale, sarà chiamato dagli amici della sinistra DC per essere eletto consigliere comunale di [[Mira]], come indipendente nelle file della stessa DC.
Tuttavia ancora negli anni '60 sarà nominato consigliere comunale di [[Mira]], indipendente, eletto nelle file della stessa DC. Dopo la guerra, durante gli anni della sua formazione universitaria, Dorigo porta avanti, parallelamente, il suo impegno come credente nell'associazionismo ecclesiale.
 
===Il politico===