Cittadinanza romana: differenze tra le versioni

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==Concessione, origine e perdita della cittadinanza==
===La concessione politica===
La concessione della cittadinanza anche agli stranieri cominciò a diventare un problema e una necessità nel momento in cui Roma cominciò la sua fase d'espansione sia territoriale che commerciale, venendo quindi a contatto con popoli che mal sopportavano che fosse loro negata quella serie di privilegi che erano prerogativa dei cittadini romani. Ecco, quindi, che la concessione della cittadinanza cominciò a diventare anche uno strumento di controllo politico oltre che di consolidamento del potere, giungendo spesso come conquista delle varie popolazioni sottomesse dopo periodi di tensioni e conflitto: è il caso ad esempio della [[Lex Plautia Papiria]] (89 a.C.) con la quale, a seguito della [[Guerra Sociale]], si estendeva la cittadinanza romana a tutti gli [[Popoli italici|italici]] a sud del [[Po]] (il resto della [[Gallia Cisalpina]] ottenne tale diritto 40 anni, dopo con la [[Lex Roscia]]).
 
La ''[[Constitutio Antoniniana]]'' fu solo l'ultimo passo di questo sviluppo politico delle concessioni, parallelo anche allo svuotamento della condizione privilegiata del cittadino romano: [[Caracalla]], difatti, si limitò a unificare lo ''status'' di tutti gli abitanti dell'impero nella condizione di sudditi, membri non più di una comunità politica organizzata sulla base di una relativa partecipazione (con i conseguenti vantaggi sul piano pubblico), ma di uno [[Stato]] sempre più [[Assolutismo politico|assolutista]], dove il potere era interamente concentrato nelle mani del [[Sovranità|Sovrano]] e del suo ceto burocratico.