Federico Vincenti: differenze tra le versioni

Durante il periodo (1943-44) della seconda guerra mondiale l’opera di Don Vincenti, come racconta Don Aldo Brunacci <ref>“Federico Vincenti Sacerdote” di Remo Bistoni</ref>, si espletò nascondendo nella sua casa vari giovani e lo stesso do Remo Bistoni quando aveva da compiere qualche missione per lo spostamento improvviso di qualche famiglia o per far recapitare documenti o valori prendendo la via di Assisi dove operava il Vescovo Nicolini.

Nel luglio 1945 una commissione di ebrei della Comunità di Trieste venne in Umbria per consegnare una medaglia d’oro e un diploma di benemerenza a diverse persone tra le quali monsignor Federico Vincenti. Arrivati a Perugia nella canonica della Chiesa di S. Andrea dove vennero nascosti loro e molti altri di loro, dal parroco don Vincenti, trovando rifugio e calore fraterno nel periodo 1943-44, appresero l’amara notizia che don Federico era morto pochi giorni prima il 22 giugno. La medaglia d’oro finì agli eredi del defunto. La pergamena fu custodita dal suo successore. In essa si legge “ A Don Federico Vincenti che con critian bontà, sfidando ogni rischio ci protesse e ci salvò dalle persecuzioni (1943-44) ad eterna riconoscenza (seguono 34 firme)”. Tali fatti vengono illustrati in altri testi dove sono attribuiti ad Andrea Vincenti <ref> “La persecuzione degli ebrei a Perugia” di Leopoldo Boscherini</ref> e in <ref> “Cattolici e fascisti in Umbria” a cura di Alberto Monticone </ref>. In entrambi i testi gli autori fanno riferimento a don Andrea Vincenti parroco della parrocchia di S.Andrea a Perugia.

== Note ==

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==Bibliografia==

*Remo Bistoni,“Federico Vincenti Sacerdote”, ed. "Via della Sposa Underground".

*Leopoldo Boscherini, “La persecuzione degli ebrei a Perugia” ottobre 1943-luglio 1944, Le Balze, pag. 82.

*“Cattolici e fascisti in Umbria (1922-1945) a cura di Alberto Monticone, Società editrice Il Mulino, pag.452-452.